20.5.12
BREAKING NEWS ...not mod!
è difficile alle volte scindere la realtà da quel che ricordiamo, desideriamo, immaginiamo - viviamo.
scrivo poco perchè stanno capitando talmente tante cose nella mia vita al momento che, appunto, faccio fatica a crederci.
vi tengo in una specie di stand-by.
siete rimasti in 16 lettori per giorno,
un'anno fa eravate più di cento.
questo posto sta diventando una roba per veri mod-isti...
a monaco piove. domani sarà una roba pazzesca di lavoro. avrò un sacco di potere vero e, se ci penso bene, non so cosa cazzo farmene! mi prendo quel che mi offrono con la certezza unica di essere meglio di loro. ma sia sa, questo non da alcuna garanzia di successo, anzi! - quanti valorosi sono stati fatti fuori dai mediocri che avevano intorno...
ascolto nutini e penso a mio fratello.
da quando è morto io sto vivendo una serie fortunata di eventi pazzeschi.
non capisco, dico davvero, non capisco. ero pronta a morire IO. non che morisse LUI.
sembra quasi che sia morto per darmi tutto quello che aveva: salute, successo, bellezza, amore...
avrei preferito avere lui.
ecco.
love, mod
p.s. ho fatto sesso sfrenato con una ragazzotta raccattata in un club sul lago l'altra notte, lasciandole i segni adosso. mi bagno al solo pensiero e non riesco a non pensare a Tom. io e lui facevamo cose insieme che non posso fare con nessun altro.
13.3.12
mod's window sex session
mio figlio è tornato da lontano.
stanco. e palido sotto una abbronzatura che ti viene solo se passi mesi sotto un sole che non perdona.
sto preprando la pasta con un pezzo di trota salmonata e un po' di panna acida - l'erba cipollina non manca.
e ho messo in fresco una bottiglia di champagne vero che è lì da un po' di tempo.
mi sembra una giornata di festa oggi, senza che sapessi dirti perchè. - ecco, lì per lì non riesco a continuare . troppi casini in famiglia e al lavoro, troppa la stanchezza, la febbre non c'è ma sono lo stesso debole - mi addormento quasi in ufficio - bevo troppi caffè...insomma vi faccio aspettare, sì, ma non per malizia)
te aspetti la terza parte - lo so.
vuoi sapere come è finito con Frau Fuckenmeier, vuoi leggere come la ho punita, vuoi sapere se la stronza alla fine abbia imparato una qualche lezione utile per il resto della sua vita fin ad ora abbastanza inutile. E poi magari ti tocchi pure. una volta all'inizio del blog mi scriveva uno facendomi sapere che dopo aver letto un mio post si faceva delle gran seghe, dandogli dei punteggi... - a parte la troppa informazione (perchè non ci si pensa un po' prima di scrivere ad una completa estranea?! ekkekkazzo) - vabè, fate come vi pare....contenti voi!
Frau Fuckenmeier viaggia solo in prima. Ovvio. Io c'ho il biglietto di seconda da sempre. La classe turistica rivela chi siamo davvero. In prima siamo protetti e dopo, quando scendiamo dal treno non siamo più capaci di affrontare la vita vera (metafora riuscita a metà - lo so!).
Insomma la Fuckenmeier mi fa salire con lei in prima e con fare generoso mi dice "se non se lo può permettere, glielo pago io l'aggiunta!" ...e mi fa pat-pat sull'avvambraccio al quale si teneva ben attaccata per farsi tutta la banchina della stazione termini che non finiva mai sui suoi tacchi da nonna.
In carrozza cerca lo scomparto a sei - l'open space è per i guardoni, dice. e poi vuole parlare di lavoro con me. Ancora?! madonnasantissma, falle venire 'na sincope a questa!!!! Appena il treno si mette in marcia, propongo una visita al vagone ristorante. "Ho sete", dico - lei è già in piedi, pronta per l'aperitivo.
Giuro che in quel momento non ho pensato minimamente a quel che avrei fatto dopo. Non premedito, non pianifico, sono in balia dei bassi istinti quasi sempre. sono d'accordo che non è quasi mai un bene - ma vaffanculo, sono vecchia per cambiare!
Nel vagone ristorante c'è parecchia gente - è l'happy hour, L'ora del Aperol che non riesco a bere. E' l'ora del comportarsi da donne a caccia di sguardi ammirati da parte dei maschi presenti che non riesco mai ad inquadrare. E' l'ora dell'ultima scena alla quale non riesco mai a resistere.
Frau Fuckenmeier si butta in mezzo ai presenti per passare d'avanti e farsi largo - arrivare al bar senza rispettare il turno, ecco. Eh. Certo, lei è una vera power pussy, non aspetta mica un cazzo di nessuno. Ripeto, non sono brava ad interpretare gli sguardi degli uomini, ma mi sembra di capire che viene immediatamente bollata come quella gran cagacazzi che è (sì, sono sboccata oggi, e allora? ho avuto una giornata di merda, chiaro?")
In un inglese bavaresonico Frau Fuckenmeier parte alla guerra " Barmannnnn, it iiis my turrrn, Ai vont tuu drinks pliiise, champeijn!"
"Aò, non sce l'hoo, Signooraaa! Volede un prosecchinò?!"
"Wiii arrre on a first class treijn, dont ju spiik inklish, young man?!"
vabè, cazzo, ho capito---"Senta, va bene il prosecco per la Signora...ce l'ha la vodka?"
sguardo d'intesa..."Subito, Signora..."
Un'ora e setteuomini (raccontati) più tardi la Fuckenmeier è al quarto o quinto "prosecchino", mentre io mi sono fatta una vodka liscia, tanto per mandare giù l'amaro della compagnia di una donna insulsa. Non ho voglia di ricordare tutte le banalità e stronzate che ha snocciolato come perle preziosissime, ma alla fine io sono incazzata come una bestia e lei si sente male - perchè l'alcol è stato davvero troppo per lei.
"Mi sento male, credo di aver mangiato qualcosa di avariato a pranzo, devo andare in bagno..."
seeeeh, penso, avariato il tuo cervello, stronza. lei nel girarsi verso la porta perde l'equilibrio e urta uno che si rovescia mezzo bicchiere adosso.
"Dai vieni che t'accompagno, se no qua ci arrestano." La prendo sotto braccio e piano piano ci facciamo strada nel corridoio stretto per arrivare al bagno.
In quel momento, lo ammetto, un immagine flash ha attraversato la mia mente, ma ancora non avevo deciso di agire.
Insomma, ve la faccio breve: sta stronza era talmente ubriaca che per poco non se la fa adosso davvero. ha il momento triste, piagnuccola, blatera un mezzo ringraziamento e che si sente tanto solaaa e io penso che le persone prepotenti, non appena vengono beccati per quel che sono, cioè dei deboli, si trasformano in vittime incomprese. e a me - c'è scritto anche nel mio profilo - i piagnuccoloni stanno sul cazzo.
Le apro i pantaloni, glieli abbasso, le mutande costose sono bagnate un pochino, mi cade nelle braccia e la siedo sulla tazza.
"Dai, piscia e zitta, stronza, che per oggi hai detto abbastanza", glielo dico in italiano che io con questa ci devo lavorare anche domani. "Ho fatto," mi dice come una bambina. La tiro su in piedi per rivestirla ma lei mi abbraccia e dice "sei come tutti gli altri, anche se sei l'unica che oggi m'ha aiutata, domani parlerai male di me a tutti..." (vero, infatti ve la sto raccontando. ma non una parola in azienda, non sono cosi io!)
Non so cosa mi prende.
"Ti ho detto di stare zitta cazzo, hai rotto!"
Le metto le mani intorno al collo, stringo appena, lei spalanca gli occi, le infilo la lingua in bocca, vorrebbe dire qualcosa ma non esce niente dalla bocca, salvo l'odore del prosecco e un po' di acidità.
le prendo le tette e stringo, la bacio ancora - sinceramente, ora piace anche a me e non solo a lei. Lei è lì con le braghe calate e a me viene un'idea.
"Tu hai bisogno di aria fresca, vedrai che ti farà bene!" Apro la finestra col vetro satinato, si apre solo a metà, ma abbastanza per spingerle la testa fuori, il treno corre veloce e lei è lì mezza dentro, mezza fuori. le infilo una mano tra le cosce, è bagnata sì, e non solo di piscio. due dita scivolano dentro senza difficoltà, non è stretta. Lei sta sulla punta dei piedi e io la sollevo, lei grida e ride insieme, il mio handjob è preciso e non tenero, e lei viene da farmi capire che è da tempo che non ha nessuno. La tiro in dentro e la giro verso di me.
"Stai appoggiata. Ti senti meglio?"
"Si, meglio," solo un sussurro.
"Allora lecca!" Le ficco le due dita in bocca.
Lei non sa cosa fare e nel dubbio succhia per bene.
Mi lavo le mani e la osservo.
"bene, ora tocca me!"
Risatina che vuole dare la finzione di non capire.
"ma veramente..."
"Zitta ho detto."
e con i pantaloni ancora calati la spingo giù sul water, sono appoggiata contro il lavandino, le prendo la testa tra le mani e lo spingo verso di me. voglio che annusi, voglio che ne abbia voglia anche lei.
"la vuoi vedere?"
ormai annuisce e basta.
Mi apro i panatloni e scosto le mutande e di nuovo le spingo la testa in mezzo alle labbra lisce.
"Assaggia, vedrai che ti piace!"
Quando scendiamo a destinazione è stanchissima, la carico su un taxi e prima di chiudere la portiera le dico "dormi, che domani sarà una giornata lunga." Lei vorrebbe dire qualcosa ma io chiudo e mi giro. Deve pensare a quello che sarà domani, voglio che ripensi a quel che le ho fatto, a quel che lei ha fatto.
non cambierà nulla, lo so. ma tant'è, lei se lo ricorderà per sempre sto viaggio.
love, mod
28.2.12
..e a proposito del pranzo Doc disse: "due patate senza wurstel"
Frau Fuckenmeier entra nella sala del ristorante come una regina in esilio. Il fatto che il maitre non la noti subito le fa venire due rughine tra gli occhi che dicono "non farmi perdere la pazienza!"
Frau Fuckenmeier non gradisce il tavolo vicino alla finestra che offre una vista mozzafiato su un giardino che ricorda quello dei Finzi Contini.
(e mod pensa che ...ach....Frau Fuckenmeier non sa chia siano i Finzi Contini.)
"Io berrei una bottiglia di un bianco Vintage!"
Frau Fuckenmeier se ne intende di vino? No. Ma il vintage è costoso e per lei questo è fondamentale.
(E mod pensa che con i soldi risparmiati per le spese folli dei manager si poteva salvare qualche posto di lavoro, no?)
primi.
Non c'è il menu. Il nostro cameriere personale ci racconta cosa c'è da mangiare e lo fa in maniera quasi poetica. Io traduco e quasi mi commuovo per come mi viene bene. Ci sono i soliti piatti ma anche qualcosa della cucina romana. Federico, il cameriere, dice di un piatto di carne che la Magnani lo adorava.
Frau Fuckenmeier non gradisce la battuta "Che donna orribile che era, una pescivendola" la vocina è lamentosa per scelta non per difetto. Dovrò ucciderla questa qua - offendere la Magnani è davvero troppo - e poi mi sta facendo venire il mal di testa - e non so cosa cazzo scegliere da mangiare.
Siamo in Febbraio e Frau Fuckenmeier ordina prosciutto e melone. Io guardo implorante Federico, il cameriere, "ci potrebbe pensare lei, per favore?" Mi sorride "Come no, Signora, qualcosa di leggero che la giornata per Lei è ancora lunga." (Mod adora i ragazzi svegli!)
il piatto forte.
Frau Fuckenmeier, mentre si scola il terzo bicchiere di vino vintage, si lamenta del melone che non sa di niente, della sedia scomoda, delle posate che non sono di vero argento. Io mi limnito di osservarla per sembrare in ascolto. Mangio una ottima insalata tiepida di cereali e verdure fresche e mi chiedo cosa ho fatto di male per beccarmi sta stronza.
In mezzo al suo discorso Frau Fuckenmeier si interrompe, mi fissa per un attimo e poi, sempre con vocina flebile fa "La sto annoiando per caso?!"
Allora.
Io so fingere, ingannare e mentire. Ma solo se il gioco è di mia scelta, e ancora di più, di mio gradimento.
Questa qui mi è capitata e quindi non le devo nulla.
"Signora, è domenica, ho mal di testa e ho ascoltato un sacco di stronzate da uomini che La avrebbero umiliata volentieri fisicamente se questo non avesse comportato la loro immediata caduta in disgrazia, e ora Lei, invece di godersi la mia compagnia continua a lamentiarsi di cose inesistenti - quindi no, non mi sta annoiando, è solo che mi chiedo perchè fa tanto la stronza se in realtà ha solo voglia di ordinare un'altra bottiglia di vino per potersi lasciare finalmente andare un po'."
Arriva il secondo: costolettine di agnello spadellati con dei profumi deliziosi - li ha scelti lei.
Federico poggia i piatti con eleganza e se ne va.
Frau Fuckenmeier rimane lì e non sa cosa dire. La prima volta oggi, penso. Non riesco a stare seria. Questa qui è comica, patetica, ma non stronza. Non è real lei. E' un fake.
Con uno sguardo chiamo vicino Federico. indicando la bottiglia nel secchiello dico con garbo "Ce ne porterebbe un'altra, per favore?"
Frau Fuckenmeier ha ripreso a respirare spontaneamente e fingendo di ignorare buona parte del mio discorso mi sussurra disperata " Lei non sa cosa vuol dire dover lavorare con quel branco di incapaci!"
Tagliando un pezzo di carne dico quasi sopra pensiero "Io comunque preferisco le donne!"
"Aaaah no, cara, sempre meglio gli uomini delle donne - con le donne non si può lavorare!"
"Ma io non parlavo di lavoro. Cara."
E' troppo per lei. Ho una breve sensazione di lei che avvampa - no, deve essere il vino. Frau Fuckenmeier, ora è chiaro, è una che beve come una spugna. Brutta cosa negli affari. Brutta cosa comunque. Detesto le dipendenze. Anche le mie.
Ora ridacchia e - non ci posso credere - cerca di flirtare con me. Mi domanda se sto scherzando o se sono davvero quella cosa lì...Non riesce a dire "lesbisch" (la lingua tedesca a volte è onomatopeica - provate a dire la parola ad alta voce - pensando a me avvingata a qualche femmina bollente - vi verrà duro, promesso!)...insomma ha le guance rosse e gli occhi umidi, il rossetto è leggermente sbavato. Mi racconta degli uomini che non resistono mai più a lungo di qualche mese con lei. Tutti deboli che non accettano una donna che ha successo - non le sfiora nemmeno il dubbio che potrebbe essere colpa sua. ridacchiando mi confessa che...insomma...da ragazzina....al campeggio nel bosco con gli scout (cattolici e divisi severamente in gruppi maschili e femminili in Baviera...ekkekkazzo!)...e ridacchia ancora e intanto le riempio il bicchiere...ecco, mi racconta che nella tenda si era messa nuda con un'altra ragazzina e poi si sono baciate e toccate le tettine e che a lei non era dispiaciuto. Hai capito la santarellina?!
Dessert.
La faccio breve. mangiamo un semifreddo delizioso e poi prendiamo un caffè. La seconda bottiglia è quasi vuota e io ho assaggiato solo un sorso. La Stronza si addormenta sulla sedia. Le propongo di prendere una stanza per riposarsi e lei non oppone alcuna resistenza. I suoi collaboratori sono salvi per il pomeriggio e mi rimgraziano più o meno apertamente quando li raggiungo.
Come? No, che non me la sono fatta. Non lì in stanza almeno. Ma nel pomeriggio tardi abbiamo preso insieme il treno per tornare a Verona. E allora sì che non ho resistito. Frau Fuckenmeier ha avuto una esperienza porn del terzo tipo in un cesso del frecciabianca di una domenica sera che non si scorderà.
Che faccio? Vi racconto anche la terza parte o siete stufi? (ormai ho a malapena 30 lettori a giorno - siamo finalmente in pochi intimi e mi spiacerebbe perdere anche voi per noia, eh?!)
love, mod
P.S. Avevo chiesto a Doc come intitolare questa seconda parte che avrebbe raccontato il pranzo di Frau Fuckenmeier con la piccola mod e lui che è uno creativo per davvero dopo due secondi mi risponde "due patate senza wurstel" - non riesco a fare la mod con doc. proprio non ci riesco. :-)
22.10.11
mod (s)chools_ senza apostrofo
Hana è vera. ve la ricordate la ragazza calva che avevo vista nel ristorante dove vado a mangiare nella mia pausa pranzo (anzi, giovanin', che so che mi leggi, perchè t'ho rivelato l'esistenza di sto cazzo di blog, il fingerfood di pesce crudo che mi hai fatto mangiare ieri era davvero delicious!)? vabè, lei ha un ragazzo. lo ho scoperto l'altra sera. alto, magro, pelle bianchissima e uno sguardo tra il dolce e il feroce. i due sono innamorati q.b., lo dice Hana - che con quello che ha è come me: amare troppo è come soffrire troppo e ti può uccidere. quindi ti guardi bene dal consumare troppe energie.
l'ultima volta che Hana è passata tra le mie lenzuola e dopo una roba pazzesca di lingua che mi son lasciata fare, che solo lei... credo che sia perchè anche lei sa quando morirà più o meno. non so, ma riesco a stare lì a farmi fare le cose. ha lasciato scivolare dentro me un dito curvato ad uncinetto e poi con la lingua e con i denti s'è presa cura del resto - alla fine ero come svenuta e ben consapevole che in quel momento m'avrebbe potuto fare di tutto. anche uccidermi, eh?! la gente è parecchio strana e fidarsi va bene fino ad un certo punto. insomma siamo lì, dopo il tumulto erotico, e lei mi fa "lo sai che ho il ragazzo?!" fa il broncio mentre lo dice. secondo me pensa che io sia lesbica. come tutti gli altri. non mi ha conosciuta quando ero una giovane moglie, ubbidiente ad un marito che era davvero "the one"...vabè... dico "come, il ragazzo? non me lo avevi mai detto!" e pianto il broncio anche io. tutto sommato mi sta bene passare per lesbica. mi mette al sicuro da un sacco di cose.
"io vorrei fargli delle cose...insomma, non so, da quando lo facciamo tu e io, ho voglia di fargli male mentre mi scopa!?" l'affermazione sembra quasi una domanda. parlando viene fuori che la nostra piccola storiella l'ha gettata nel totale sconforto perchè le sono nato dentro delle robe strane, il desiderio non solo di fare sesso giocando ma anche di provare e far provare dolore. il culmine per lei l'abbiamo raggiunte qundo le ho bucato un capezzolo dove ora porta un anellino con una perla. mentre bucavo le avevo infilato uno di quei giocattolini, un piccolo cazzo finto che vibra. dopo ha detto che ll'orgasmo era talmente forte che le sembravano scoppiare i polmoni ...vabè...
taglio. l'altro giorno li vado a trovare a casa loro. abitano nella torre di una casa antica nel centro della città. sei o sette piani senza ascensore. quando arrivo su mi manca il fiato e mi sento parecchio vecchia e brutta. cerco di ricuperare e fingo una total coolness che non ho.
sono lì tutti e due. lui porta jeans nero e maglietta con scritta rock'n roll. lei con la calzamaglia e una camicia di lui. non si trucca, è calva e palidissima e gli occhi sono enormi.
le sorrido e le do un bacio. lui resta lì in attesa. sconvolto credo dalla mia statura. sento un formicolio sotto.
mezz'ora dopo lui è nudo. lei anche. gli ha ficcato delle pinze sui capezzoli. son quelle d'acciaio. ne avevo due e li ho portati. sai mai...
mentre tira e molla le pinze, Hana gli scivola sopra e si lascia penetrare. li guardo ammirati. non sono scatenati. ma a lui la situazione ha eccitato tanto. non era per nulla convinto credo, all'inizio. e lei che è riuscita a fargli dire sì, di incontrarmi. Hana si dondola avanti e indietro, tirando sempre più forte le pinze.
"fermi!" - prendo Hana per le spalle e la tiro via di peso. la sdraio di schiena sopra la sua pancia e guardo brutto lui. "cosa credevi di fare?!" afferro le due pinze - che Hana fino ad ora lo aveva "accarezzato" soltanto. - do una strattonata decisa e lui mugula. poi infilo un paio di dita dentro lei. la guardo che vorrei mangiarla. la bacio - un filo di saliva si tira tra le nostre bocche quando mi stacco. lui ci osserva. è lì sotto Hana e non si può muovere più di tanto. non è venuto ma ha il pisello dritto come un missile.
"ti piacerebbe finire?" - "Sì", solo un sussurro.
li ho utilizzati come se fossero barbie e ken (una mia amichetta, quando ero piccola, voleva sempre giocare a barbie e ken che fanno sesso - un giorno, avevamo nove anni, gli ho fatto vedere come si fa veramente - perchè già lo avevo imparato mio malgrado. la mamma di questa qua non ha mai più permesso che giocassimo insieme...scusate la reminiscenza).
ho seduto lui sulla faccia di lei che quasi soffocava e acovacciandomi d'avanti alla faccia di lui per far vedere quel che provavo e vedere bene quel che provava lui - non ho resistito e gli ho infilato la lingua in bocca. ho messo lei a quattro zampe e lui che la cavalca (non capiva sul momento perchè non la potesse montare da dietro - glielo fatto capire a parole dolci strizzando gli il cazzo a mò di lavandaia!), li ho costretti a soddisfarmi - lei la bocca di sotto e lui quella di sopra (i maschi sanno baciare meglio delle femmine!), ho messo lei sopra di lui che avevamo legato in due ai quattro angoli del letto e io sopra la sua faccia ma senza toccarlo - per poter baciare lei, abbiamo tirato su lei legata - sembrava una sirenetta preso all'amo - cazzo, che belli i soffitti alti, abbiamo anche cucinato e mangiato insieme tra una roba e l'altra - ho passato il corpo snello di lui ovunque con la piccola lama che serve per mondare le verdure. e allora Hana si è ingelosita - voleva provare anche lei. e lo ha tagliato per sbaglio. ha solo finto il suo dispiacere e gli ha succhiato con goduria la ferita sanguinante, abbiamo riso perché quando finalmente gli abbiamo permesso di venire, gli arrivato una buona parte in faccia. lei, da brava gattina, lo ha pulito con la lingua. li ho legati uno adosso all'altra per poi penetrali entrami con le mani mentre si baciavano.
ah...non ha importanza se è una roba vera o solo fantasia. cioè non lo è per chi sa la verità. Giusto?
love, mod
p.s.: all pics by jan saudek - tutte le foto sono di jan saudek
27.8.11
uomini che tagliano la mortadella - et des autres mirages
ho passato una estate insolita. senza mare. senza nuotare. senza la famiglia. senza amici. senza musica e film. o quasi. e senza sesso. o quasi. ho fumato qualche sigaretta invece e ho mangiato solo roba malsana. ho bevuto qualche volta. sono romasta bianca come il latte e di notte sognavo roba violenta. qualche volta divertente - nel senso che morivano quelli giusti e non io. ho lavorato sempre, salvo la settimana di ferragosto. e per tutto il tempo ero come prigioniera dentro un desiderio cosi forte fisicamente che alle volte bastava che mi mettessi il cellulare tra le cosce la mattina mentre guidavo per andare in ufficio. (no, che non mi ha mai chiamato nessuno mentre era lì, cazzo!). contemporaneamente per tutto il tempo sembrava che il mondo attorno a me non mi vedesse. la mia invisibilità. già. ognitanto accade. divento come invisibile. spesso succede dopo un periodo in cui invece mi si nota dovunque. Spesso mi sono chiesta se è solo una mia percezione, se sono i feromoni che emano alle volte più forte alle volte meno o se davvero sono gli altri che incontro che cambiano.
sta di fatto che l'altro giorno, al supermercato, mi sono incantata ad osservare con una certa voglia il salumiere a tagliere gli affettati. un uomo sui 40 anni, con braccia forti e pelose, un tatuaggio a forma di cuore rosso che si muoveva sopra i muscoli che si contraevano e rilassavano - parlava in dialetto alle clienti e ad un certo punto il suo sguardo si è fermato su di me.
ora. chi legge questo blog da un poco sa che uomini forti e peloso non sono necessariamente il mio giocattolo preferito - ma in questo caso era la prima persona dopo un sacco di tempo che mi notasse e siccome non sono tipa da abbassare lo sguardo, quello si è tutto impettito e ha preso subito fuoco - si sa, l'omo è vanitoso, basta una femmina qualunque che gli lancia sguardi famelici e lui subito diventa un gallo nel pollaio.
Tagliava la mortadella a mo' di torrero con sguardi fuocosi e battute sulle "femine" (con una sola "m" - semo in veneto, dopo tuto) - le altri clienti lo guardano ammirate e io? io mi becco che lo immagino sotto di me con la sua lingua che penetra dentro il mio calore non solo estivo...
"tocaa???" la sua voce mi risveglia - riesco a dire con voce un po' incerta "per favore, due etti di mortadella anche per me, grazie, ma col pistacchio"
"sigonra bela, a ti ti dago altro che il pistacchio, và!"
e li muore il mito della mod-guerriera-che-non-fa-prigionieri.
tutti ridono, e io, arrossendo aspetto che finisca di servirmi e poi, senza dire una altra parola, me ne vado. non mi è mai capitato prima. giuro! sono frastornata, come se qualcuno m'avesse presa a schiaffi. dopo in ascensore che mi porta ai garage sotterranei non ce la faccio più. tolgo un ghiacciolo alla menta dalla confezione-risparmio-famiglia-numerosa e me lo passo sotto il vestito. quando alzo lo sguardo nello specchio sporco e mezzo crepato del lift vedo una donna che non ho mai visto prima.
come sarà finita la giornata della mod?
A) a fine giornata ha aspettato il salumiere all'uscita del supermercato e se l'è portato a casa, facendosi sottomettere dal rude orco dalle braccia pelose.
B) stessa scena. solo che mod finge la sottomissione, una volta portato il tipo a casa quello è fregato. e non se la scorderà mai.
C) mod va a letto senza cena, masturbandosi furiosamente sfregandosi l'ultima fetta di mortadella rimasta su tutto il corpo - ma soprattutto "lì"!
D) mod, uscendo dal parcheggio del supermercato, viene investita da una macchina che sbuca dal nulla. non si fa niente, arrivano i carabinieri e uno di loro le fa compagnia al pronto soccorso mentre aspetta di sapere se magari ha una frattura al collo, tenendole la mano per tutto il tempo. due giorni dopo ci finisce a letto e ora i due sono innamoratissimi.
E) mod mangia tutta la mortadella senza neanche il pane e si ubriaca con della birra messicana scadente, tira fuore le sue lame e si taglia incidentalmente - cosa che a lei non è MAI successo prima!
lo so. è una cazzata. ma voi rispondete lo stesso, cazzo. me lo dovete.
love, mod
9.7.11
dog for mod!
fai partire il video altrimenti non capisci.
un amico mi impresta la sua porsche decapottabile. silver.
io adoro guidare le macchine veloci.
accendo la musica e chi trovo? proprio the stooges con "I wanna be your dog" - che per un italiano medio tradotto viene più o meno "faccio qualunque cosa se me la dai qua subito!" (la traduzione fedele "Voglio essere tuo cane" in Italia non rende: - il maschio non è cosi esplicito nel esprimere la sua brama di sottomissione sessuale, anche se la desidera tanto.)
Sparata a tutto volume con un impianto stereo niente male arrivo alla gelateria sul lago, quella dove sono stata con la Vic (you remember, darling?). mi ricordo anche io: c'era una strana ragazza con i capelli fino al culo stratosferico. voglio vedere se c'è. insomma voglio lei.
si chiama elia. sì, lo so. è un nome da maschio, ma lei insiste che è proprio il suo nome. se va bene a lei...aspetto che finisca di lavorare e me la porto via. ha visto la macchina. non ha dubbi.
non conosce gli stooges ma capisce abbastanza l'inglese: "se vuoi vengo a casa tua".
cani o cagne non ha importanza. quando fa caldo sul lago la gente smette di ragionare. il desiderio prende il sopravento.
"mi chiami domani?"
ci penso un attimo.
"è già domani, dolcezza."
love, mod
21.6.11
mod alive!
Doc mi ha fornito di roba.
son giorni che mi faccio di sta musica. sempre e dovunque. anche in ufficio. mi fa sentire incredibilmente...intatta e sexy. mi immagino giovane, bella e senza danni permanenti. norah jones canta della problem queen. e a me vien voglia di farmene una - problem queen. cosi, per farla stare zitta e vedere nei suoi occhi lo stupore della verità.
sono cosi stanca e allo stesso tempo arrapata. sarà il caldo. fatto sta che mi masturbo dimenticando le dita dentro me dopo - perchè svengo dal sonno. non so. non mi pare grave.
guardo il serial TV "Spartacus". veri uomini, vere lame, veri cazzi dentro vere donne. infatti il sottotitolo e "blood and sand". mentre guardo mi tocco sentendomi parecchio adoloescente.
Doc e io facciamo l'amore a distanza. quando mi manda roba è sempre premeditato. lui SA cosa comporta per me se ascolto, guardo e leggo la sua roba. e me la manda lo stesso. i suoi pacchi, quando arrivano, non li apro mai subito. ci giro intorno come un artificiere che deve disinescare una bomba pericolosissima.
sabato scorso ho visto la Vic. lei ed io sul lago in mezzo ai turisti tedeschi. quanto era bella. e quanto le voglio bene.
mi sono comprata due paia di sandali. uno con tacco zitto e cuccia e l'altro con aria da "prendimi-sono-tua" (ma che cazzo mi aveva preso?!).
guidando verso il lago, sulla A4, ad un certo punto sento in lontananza il rombo di una mustang. penso "non può essere" - invece sì. da lì a poco supero lentamente una mustang bellissma, anni 70. il ragazzo che la guida cosi piano (sembra che non abbia fretta e se la gode) è di quelli non belli ma belli. mi tengo lì. lui mi guarda e io sorrido. urlo "è bellissima!!!" e lui sorride felice. nello specchietto retrovisore vedo che mi saluta col braccio fuori dal finestrino.
lavoro troppo. ma il mio nuovo ufficio è bellissimo. da domani siamo nella nuova sede. non ho dormito. non ho mangiato. ma ora vedo che so fare tutto quello che voglio. e io che pensavo di aver già chiuso con tutto!
Voi come state?
love, mod
1.5.11
I remember you!
vedo la foto e resto folgorata - quella del template per intenderci.
cioè, resto lì immobile e senza riuscire a respirare.
a parte la bellezza della posa.
a parte la bellezza del modello.
a parte che AERIC per me può fotografare qualunque persona e la rende più bella.
resto lì perché mi assale un ricordo nitido e preciso di quando ho fatto l'amore con un uomo l'ultima volta. era il 15 ottobre del duemilanove.
ho il sapore della sua saliva sulla lingua. l'odore della sua pelle che ogni volta mi ricorda, e non so per quale strano effetto chimico-sessual-affettivo, il profumo del rosmarino. ricordo quel attimo di cedimento quando mi fa sentire la forza che ha nelle mani e ricordo quello sguardo che non toglie mai dando mi tutta, ma propio tutta la sua attenzione.
ricordo quel momento in cui mi penetra. sembra che i polmoni mi si comprimono. per un secondo mi sento una farfalla che, ancora viva, viene infilzata dagli spilli per essere poi messa sotto vetro ed esposta. dura davvero solo un istante perché lui sussurra "guarda me. non pensare."
ricordo che il suo cazzo è di una perfezione quasi oscena. pelle bianca e rosa con il gusto del salato suo e mio dolce amaro. ricordo di aver cercato di prolungare i preliminari proprio per evitare di essere penetrata. ricordo che non avevo scampo. non per lui. ma per me.
ricordo che il momento in cui me lo mette dentro mi sono arresa senza opporre alcuna difesa e ho visto l'amore come Joliet Jack dei Blues Brothers aveva visto "la luce"!
14.4.11
sex, sex, sex!
http://www.youtube.com/watch?v=TLSpj7q6_mM
poi.
sul lago le cose vanno sempre e solo in due modi. o stai in compagnia, ti diverti e torni a casa tardi e un po' brillo oppure ti incontri, ti piaci, bevi una roba più per il fatto che non è carino saltarsi adosso dopo due minuti che ci si vede per la prima volta.
ecco.
la seconda va bene per una come me (che cazzo si era detto a proposito dell'impazienza? ma non avevo dato una cazzo di perla della mia immensa saggezza?!)
insomma.
la commessa si presenta in jeans, maglietta e tacchi alti. è bellissima. fa caldissimo. sono stanchissima. e più che altro vorrei infiliarle la lingua in bocca per sentirne il sapore. ci sediamo in un bar, fuori sotto la pergola. siamo alte uguali e quando arriviamo tutti ci guardano - anche se lei è molto più bella di me.
lei è seria, non parla tanto. io nervosa, eccitata. la voglio proprio subito.
inizio a parlare. le chiedo le solite cose. lei risponde e dopo poco le spunta un sorriso malizioso.
"senti, lo so che forse non è giusto da fare cosi dopo mezz'ora...."
"cosa intendi?" (la mod freme - ha capito - non ci crede)
"ce ne andiamo in un posto più tranquillo?"
abbiamo finito per fare sesso in macchina, cosa che non avevo mai fatto prima nemmeno con mio uomo che non c'è più. tre ore di baci carezze, lingua, calore, mani ovunque ed acrobazie di cui non mi credevo capace.
e pare che non sia stato un one night stand on the fucking lake. ci chiamiamo, messaggiamo (roba dolcissima che non ci crederete), e ci siamo già reviste ieri sera. cena e parlare. di noi.
credo che mi innamorerò.
love, mod
29.10.10
Uomini! - praticamente un altro ModQuiz
14.5.10
soundtrack del mio incubo di questa notte
voglio fare sesso con questa qua quando ha appena finito un concerto di due ore. mi impiglio nei suoi capelli. lei sa di sudore e altro. ci lecchiamo emordiamo per poi cadere sfinite in un sonno senza sogni. poi voglio anche lui. ma me lo tengo per la mattina dopo. mi fanno voglia per via delle loro voci che sparanno dritte nel mio midollo.
3.5.10
pensieri sparsi grazie ad EDNA
non mi pare che io faccia una vita invidiabile. anzi, se qualcuno volesse fare cambio....
ma è anche vero che ogni tanto mi capitano delle cose veramente belle. anzitutto ho la fortuna di avere un rapporto molto particolare con mio fratello che mi permette di giocare e realizzare le mie fantasie erotiche in un contesto sicuro, intimo e di qualità. mi rendo perfettamente conto che è un vero lusso, visto che gentaglia gira specialmente nell'ambiente s/m italiano ma non solo. poi ho la seconda fortuna di conoscere ognitanto delle persone interessanti e particolari. non conosco la gentaglia menzionata prima perché o neanche li vedo oppure appena fiuto volgarità, ingordigia e idiozia mi li tolgo dalle palle senza alcun rimorso. alle volte ci metto un po' ad inquadrare qualcuno che magari si professa pure persona amica, ma il giorno del giudizio arriva sempre. mi dicono che cosi facendo mi perdo magari qualche bella occasione - che ho delle attese troppo sofisticate. hanno ragione. puo essere. ma non essendo io persona ingorda mi sta bene cosi.
una di quelle persone che ho avuto la fortuna di conoscere è sicuramente edna. in passato ho scritto di lei e dello strano rapporto che abbiamo. lei fa l'infermiera notturna qui in ospedale (il resto del suo identikit lo trovate qualche post indietro) e lei ed io, non appena sto bene abbastanza e si crea l'occasione giusta, giochiamo. se dovessi dare un nome al nostro gioco verrebbe fuori una roba tipo fammi quel che non voglio. cioè cerco davvero di portarla al suo limite e lei davvero vuole conoscere qual'è sto cazzo di limite. il rituale prevede che lei entra con una medicazione oppure "per vedere se va tutto bene" e che lei mi avverta in anticipo sull'orario. cosi io le posso fare "l'aguato" - lei adora essere catturata e bloccata "a sorpresa". poi si lascia fare qualunque cosa da me. la ho legata, imbavagliata, riempita di aghi disegnando un bellissimo mosaico sulla sua pelle, la ho sculacciata da farmi cadere la mano, la ho tagliata, graffiata, pisciata e me la sono scopata semplicemente o con l'attrezzo. a gioco finito lei si alza, si ripulisce e poi mi mette a letto, mi copre, mi chiede se mi serve qualcosa - insomma diventa molto materna e dolce con me e io accetto di buon grado. perché è la sua ricompensa per me. e mi fido di lei.
tante persone che magari non hanno l'handicap della malattia, ma magari sono solo sempre di fretta, chiusi negli stessi meccanismi di sempre, con magari un compagno/a un po' cosi, i figli, il lavoro mi direbbero "seeeh, vabè, mod, sei una su un millione che riesce ad avere queste cose."
io risponderei che è vero. siamo in pochi a realizzare i nostri sogni e le nostre fantasie. ma credo che sia cosi, perché la gente è apatica e pigra. vorrebbero sì fare certe cose, ma non prendono mai una vera iniziativa, non osano, non si buttano....non sarà che in fondo in fondo non non gliene frega un cazzo?! e poi il gioco veramente bello e appagante si riesce a farlo se è coinvolta una persona con la quale c'è anche un rapporto affettivo oltre alla intesa sessuale - ma questa la sparo cosi come una sensazione molto personale. insomma non mi affitterei mai il corpo di una puttana per giocare, perché la finzione mi farebbe passare ogni eccitazione.
oggi preparo le valigie. dimessa per buona condotta, spero. doc addison, secondo me, semplicemente vuole levarsi dalle palle una come me!
love, mod
26.11.09
doin' katie - rough this time (o come la mod regala la piccola katia a tom)
katie e tom fanno l'amore dolcemente senza amarsi. probabilmente non si incontreranno mai più....sono le due di notte quando si addormentano abbracciati come se fossero insieme da sempre.
riporto quel che tom mi sussurra stamane nell'orecchio. sono piena di sonno e non sono sicura di non averlo sognato.
"la tua piccola katia....ti ringrazio. ne avevo proprio bisogno"
ieri è stata una bellissima giornata. piena di cose normali e frenetiche. siccome passo la maggior parte della mia vita catturata dentro un'inerzia forzata, le giornate come quella di ieri mi mandano l'adrenalina a mille. ho lavorato. sto finendo le ultime cose in sala registrazione e ieri si sono accorti tutti che ero felice. dalla mia voce.
in prima serata mi viene a trovare big daddy - un amico di quelli lontani, quasi mai presente e con cui non scambio chi sa che confidenze, ma che rispetta totalmente la mia condizione dandomi cosi la possibilità di volergli bene per davvero. a lui piace il sushi. a me si chiude lo stomaco solo a pensarci. specie ieri che ero cosi agitata e adrenalinica. alla fine mi imbocca con pezzi di tonno praticamente crudo che io, da brava bambina ubbidiente, ingoio coraggiosamente.
ho la febbre addosso quando vado a casa verso le nove. le labbra secche e gli occhi lucidi. mi sono vestita a tema. i miei stivali sono bellissimi e porto un capello nero à la jeun'homme. hanno il diritto di vedermi bella ognitanto e non sempre in pigiama, cazzo!
tom arriva prima di quanto lo aspettassi. quando apro la porta facciamo come sempre. lui mi abbraccia e mi bacia sulla bocca staccandomi da terra. diciamo "sei bellissima/o" all'unisono. ridiamo e gli metto il mio capello nero in testa.
immaginatelo cosi - Tom
lui è stanchissimo. non solo nel fisico. vedo intorno agli occhi delle sottilissime rughe che l'ultima volta ancora non c'erano. gli metto una mano sopra gli occhi e lo bacio ancora. e ancora.
in quel momento so di che cosa ha bisogno. dico "katia...... ti ci vuole un po' di katia!"
"no, ti prego, sono troppo stanco."
"sì, blablabla. dai. fatti una doccia che la chiamo. non lo ho mai fatto. vedrai che arriva qui in un lampo. hai fame?"
katia è bellissima quando arriva. non è mai successo prima che la chiamassi IO. lei è abituata che deve pregarmi più di una volta prima che le dico di sì. quindi ora è contenta ma anche sconcertata.
"non sapevo che fumassi," le dico.
"neanche io."
"ho una sorpresa per te. c'è mio fratello. ti va di giocare?"
resta immobile. fissa un punto sul pavimento. poi mi guarda seria senza dire una parola.
"non devi avere paura. resterò con te tutto il tempo e se non vuoi fare una cosa non la devi fare lo sai bene," le dico tranquilla.
riflette con fronte corrugata. poi sorride.
"lui usa le lame?"
"sì"
"è bravo?"
"sì"
"allora voglio giocare. ma questa volta non per finta."
è da tempo che katia mi chiedeva di lasciarle una cicatrice ornamentale. di quelle che restano. ho sempre detto di no, perchè lei è una brava ragazza e le brave ragazze vanno lasciate stare - in linea di massima.
mezz'ora dopo sul terrazzo.
Tom la ha ammanettata per poi appenderla al grande gancio che avevo messo anni fa per appendere dei fiori. è nuda e fa freddo.
Tom affila lama su lama. sono comuni coltelli da pescatore identici i suoi. non è un purista, più un bravo artigiano del mestiere. Il rumore delle lame fa sospirare katia.
"dille di stare zitta se no le fico le tue mutandine in bocca."
Io odio fare il mio mestiere fuori dagli orari di lavoro. ma in questo caso...è meglio che traduca.
ripeto quello che tom ha detto. katia ci sfida con lo sguardo poi urla a squarciagola
"non vogliooooooooo".
ecco ora tutta la valle sa che sto affettando qualcuno a casa mia. sublime!
"che stronza. dovrei appenderti direttamente al gancio."
in quel momento ho questo flash quasi doloroso e mi bagno di una voglia totalmente primitiva.
mio fratello è furioso.
"cosa aspetti. levati ste cazzo di mutande che la facciamo stare zitta!" (in tedesco ha un suono ancora più violento)
ecco. lo sapevo io. non gioco, lavoro e resto pure senza mutande. ekkekkazzo! ma faccio come mi dice. meglio non contrariarlo, una volta entrato nel gioco, se no le prendo anche io.
non riesco a togliermi gli stivali. sono quelli che arrivano fin sopra le ginocchia. elegantissimi. fino a due secondi fa ero una dominatrix perversa e ora per poco non mi ribalto da ferma. andiamo sempre meglio....
"ma che cazzo fai. dai ti aiuto."
me li tira via con una energia che fa bagnare ancora di più le mie mutande. katia, katia, ma perchè hai fatto quell'urlo.....,
"apri la bocca"
lei scuote la testa.
schiaffo.
"ho detto, apri la tua bocca piccola." voce di miele. occhi di fuoco.
le infila le mie mutande tipo string nuove di zecca in bocca.
odorano di me. sono bagnate di me.
resto lì incantata. guardo ammirata la scena e mi tocco tra le cosce.
non c'è più bisogno di tradurre ora. sono entrati entrambi nella loro parte. penso che mi sto congelando il culo e visto la sua superficie decido di rientrare e lasciarli al loro destino. neanche mi sentono quando mormoro "me ne vado dentro".
mi infilo nel letto. le mie dita affondano nel caldo e umido.
mi immagino loro la fuori.
non si sente nulla eppure sono lì a solo 3 metri di distanza.
il muro tra di noi ingoia tutto il sonoro.
mi lascio andare alle mie dita.
non ci vuole molto tempo.
finalmente il sollievo.
dopo un po' mi metto qualcosa addosso e vado a vedere.
katia è appesa ancora lì.
Tom nudo fino alla cintura con la schiena lucicante di sudore.
lei piange e ride.
una piccola goccia di sangue lascia una scia filigrana sul seno sinistro
una piccola croce incisa lì
dove c'è il suo cuore.
"grazie, grazie......"
Tom si gira verso di me.
è serio.
ha la faccia che amo di più.
esprime totale soddisfazione di aver dato qualcosa di prezioso a katia.
e di essere ricordato da lei per sempre.
lo guardo e strizzo l'occhio.
lui sa esattamente cosa dire ora.
"mod, grazie, credo di amarla già questa qua. è bravissima!"
"ah, sì?!"
mi avvicino e le prendo il mento con una mano.
"non mi piace questa cosa. proprio per niente!"
lei mi guarda un po' confusa.
"guarda qua," le infilo un dito dentro "sei ancora tutta bagnata"
"sei arrabbiata?" mi domanda con un filo di voce.
"ora ti spiego come funziona a casa mia: lui è mio e anche tu sei mia. fra voi due invece non c'è proprio nulla, hai capito?!"
la guardo pensierosa e mi lecco il dito che sa della sua soddisfazione.
"vieni tom, fa freddo qua." lo prendo per mano e lui mi segue senza una parola.
"notte piccola, pensa a quel che ti ho detto".
"non mi lasciate mica qua fuori.....?"
la porta finestre si chiude.
dentro in sala mio fratello ed io ci guardiamo.
siamo complici in perfetta simbiosi.
"buona notte, vado a dormire, tira fuori il divano letto, le lenzuola son lì dentro."
"Grazie. non so cosa dire."
"Non serve. dai, va a salvarla e mettila a letto. è sfinita anche lei!"
ci baciamo come due amanti. accarezzo il suo viso. quanto bene gli voglio.
torno a letto e sento mentre mi addormento che loro ancora non ne hanno abbastanza.
li immagino cosi:
(pubblicato con il permesso di tutti i protagonisti)
26.6.09
sogno maschile di inizio estate causato da un panino ai crauti e troppa birra
Non so come possa essere successo.
Guardo la figura immobile alla finestra. Il suo viso e la maggior
parte del corpo sono in ombra.
La luce della luna illumina le lunghe gambe; ai piedi due scarpe con
tacchi a spillo altissimi.
So che è completamente nuda.
Mi osserva.
Come diavolo ho fatto a finire in questa situazione - penso - cercando
di non essere troppo in imbarazzo per l'erezione che inizia a salire
alla visione di quel corpo.
Sono nudo. Ho le braccia in alto e i polsi legati da due robusti pezzi di seta.
Normalmente il fine settimana non esco la sera; un po' per la
stanchezza accumulata, un po' perché a vent'anni puoi far casini in
giro con gli amici per cercare di rimorchiare.
A quaranta, quando sei solo, hai molta meno voglia di casino. E di
trovarti qualcuno che scombini il ritmo di una vita monotona, ma che è
pur sempre quello che hai fatto una dannata fatica a costruire.
Fa caldo. Troppo per cucinare a casa.
Decidi che per una sera una birra e un panino al pub non ti uccideranno.
Esci presto perché non vuoi trovarti in mezzo a una bolgia di
ragazzi/ragazzini urlanti e in preda a crisi ormonali.
Un panino wurstel, senape e crauti e un litro di birra scura- ok, non
è serata salutistica - penso mentre addento deciso un bel boccone.
Finito il panino mi dedico alla lettura del libro che mi sono portato
dietro. Non ho voglia di tornare subito a casa. E fuori fa ancora
troppo caldo per sedersi su una panchina sul lungo mare.
Sollevo lo sguardo per un attimo, mentre prendo il boccale. La vedo.
Bionda, alta, snella. Deve avere la mia stessa età più o meno.
Indossa una camicetta bianca semi trasparente sotto a un giacchino
corto e una minigonna di pelle rossa molto corta. Le scarpe sono
aperte, le dita hanno una decorazione particolare, non capisco, forse
un ideogramma rosso scuro. Il tacco è alto e sottile. Indubbiamente
non indossa il reggiseno.
E la cosa mi turba più del dovuto.
Ha i capelli biondi corti e porta degli occhiali con una montatura
strana. Le lenti diventano chiare all'ombra e scure alla luce.
Guardo davanti a me - devo avere una espressione molto imbecille -
perché lei sorride, metà del viso in ombra e metà alla luce. Vedo
nella lente trasparente un occhio che mi guarda divertito.
Cerco di scacciare il pensiero di quello sguardo montato su quel
corpo. Cerco soprattutto di ignorare quella sensazione, quel liquido
movimento che parte dal centro del corpo e più in basso.
Penso che fra poco uscirò, che la tipa in questione starà al suo
tavolo e che, con un po' di fortuna, l'aria sarà abbastanza fresca da
schiarirmi i pensieri.
"Posso sedermi" - alzo la testa di scatto incredulo. Lei è li davanti
a me. E' alta e piena e...avrei dovuto bere meno birra perché non
riesco a dirle di no.
Si presenta. Anche io. Ci mettiamo a parlare del più e del meno. Lei
si toglie gli occhiali e mi guarda. A quel punto non so più cosa sia
ad attirarmi; se il suo accento tedesco e il modo di ridere lieve che
termina con una piccola smorfia amara della bocca; se i suoi occhi che
sono così profondi, capaci di passarti attraverso come una lama; se il
suo corpo pieno e il suo profumo che non riesco a identificare.
Prima di sedersi si è slacciata un altro bottone della camicetta. Mi
ci vuole uno sforzo incredibile per non affondare lo sguardo nella
fessura fra i suoi seni.
Capita. Capita più volte. E ogni volta nel suo sguardo c'è un sorriso
misto a qualcosa d'altro che non capisco.
Continuiamo a parlare. Offro un secondo giro. Beviamo, parliamo, ridiamo.
Lei si è accorta della mia erezione. Si avvicina. E' in piena luce
completamente nuda. Ha una lama in mano di forma strana. Si avvicina
sempre di più sono a disagio. Sono imbarazzato. E quella lama e il suo
sguardo non sono promesse di cose buone...
Passeggiamo sul lungo mare. Parliamo con calma. I discorsi sono
diventati più intimi e caldi. Lei si tiene sempre a distanza. Non si
fa toccare. Quando per caso le mani si sfiorano, lei ritrae la sua e
vedo un lampo di paura nei suoi occhi.
Camminiamo. Parliamo.
"Vieni a bere una cosa da me" - mi dice con il massimo della
spontaneità e sorridendo.
Accetto.
La sua casa è bella. Essenziale e allo stesso tempo piena di passato.
Prende del cognac e me ne versa un bicchiere. Siamo ai capi opposti
del divano. Lei e senza scarpe, che ha abbandonato appena entrati in
casa. Ha tolto anche il giacchino di pelle e adesso poggia il gomito
sul divano con le gambe accovacciate sopra.
Non posso fare a meno di notare le sue gambe. Non posso non notare che
un altro bottone è stato slacciato e che si intravede un capezzolo.
Lei sembra non accorgersene; la mia impressione è che sappia benissimo
che sono come una aragosta nella nassa.
Da qui non uscirò tanto facilmente...
Lei si avvicina e sfiora il mio petto con la lama; scende in basso e
comincio ad avere paura. Non dico nulla. Mi ha chiesto di stare in
silenzio qualsiasi cosa fosse accaduta.
La lama raggiunge il pene, lo tocca brevemente. Poi lei fa un
movimento leggero che se fosse fatto con forza e intenzione
significherebbe l'evirazione. La lama fredda sfiora appena la pelle,
non lascia segni.
L'erezione raggiunge il suo massimo.
"E bello vivere per te" - mi chiede all'improvviso. Non so che
rispondere. Sto cercando ancora di capirlo alla mia età. "Credo di si"
- rispondo - "anche se non saprei spiegarti bene il perché".
"Bene" - dice rimanendo un attimo in silenzio.
"Da quanto non fai l'amore" - la frase esce fredda da lei, che mi
punta gli occhi negli occhi. "Da molto tempo" - rispondo un po'
imbarazzato. Penso "mi sa che ci siamo"...
Lei e di fronte a me indecisa. Si volta e poggia la lama su un tavolo.
"Scusami, io ... eh che io... non riesco a farmi toccare da nessuno"
Una lacrima le riga il volto. La potenziale belva che un minuto prima
mi aveva fatto temere per la mia incolumità ora era li. Un essere
umano nella sua fragilità.
"Anche io non lo faccio da molto" - dice sorridendo - "vuoi
interrompere l'astinenza con me stasera?". Non ho scelta. "Si" -
rispondo finalmente.
"Adesso giochiamo" - dice - "le regole le faccio io e sono semplici;
qualsiasi cosa succeda non dire nulla se non parlo io, ok?" - dice
alzandosi in piedi. Non posso fare a meno di notare che non portava
mutandine. "Ok" dico al limite del belinismo da ormone sparato - "C'è
altro?"
Lei si toglie la camicetta "Si, adesso spogliati. Voglio fare un gioco
e il gioco prevede che tu stia legato e faccia fare le cose prima a
me, ti va?" - "Va bene" - dico meccanicamente non rendendomi conto
delle possibili conseguenze. I suoi seni sono splendidi e rimango
ipnotizzato osservando i capezzoli. Lei attende che mi sia spogliato e
mi lega i polsi in alto, con delle pezze di seta. Non fanno male. Ma
non posso liberarmi e me ne rendo conto dopo.
Con un solo movimento si sfila la minigonna e rimane nuda di spalle.
Splendida! Volta leggermente il viso e mi dice - "Non preoccuparti,
non ti farò troppo male..." - andando in un altra stanza ridendo.
Comincio a darmi del coglione.
Lei rientra nuda, con indosso un corpetto di pelle che solleva i seni
e risalta i colori dei capezzoli, delle scarpe con un tacco alto e
qualcosa in mano che non vedo.
Sta immobile ed in silenzio alla finestra quasi tutta in ombra.
Sento il suo respiro profondo, un misto di furia e desiderio.
Credo che dovrei avere paura. Ma decido che è meglio stare in silenzio
ed aspettare ....
"Non voglio toccarti" - le dico con voce calma. "Ma se vuoi tu puoi
farlo". "Non avere paura, non posso toccarti neanche se volessi
farlo." - la guardo perché a questo punto anche se ho paura desidero
che lei mi tocchi, anche se mi fa paura.
Lei si avvicina.
Le sue mani passano con le unghie sul petto.
Gioca con i capezzoli e rimane affascinata da come il mio pene
risponda indurendosi.
Mi sfiora a lungo. Poi si china con le labbra a succhiare un mio
capezzolo a morderlo.
Mi carezza e mi stringe sempre di più.
Scende e mi guarda negli occhi mentre lo prende in mano.
Siamo vicini, così vicini.
Sento il suo respiro.
Mi guarda e muove me al ritmo dell'altra mano che tiene fra le sue gambe.
Ci guardiamo. Gemiamo. Alla fine urliamo e io le esplodo sul ventre.
"Continua" le dico - "Continua".
Lei si strofina su di me. Sembra che la paura sia passata.
Si china e lo prende fra le labbra guardandomi.
In breve e di nuovo pronto. Prende una cosa dal tavolo e per un attimo
penso con paura al coltello.
Invece e solo un condom che lei mi fa indossare aiutandosi con le mani
e la bocca.
Sono in piedi nudo.
Lei davanti a me aggancia la sua coscia sinistra al mio fianco destro.
Le sono dentro in un attimo. Si tiene forte a me. Mi morde mi stringe.
Spingo più che posso nel suo corpo.
Lei abbassa la mano destra dietro di me, fra le natiche. Fa entrare un
dito prima piano, e poi con forza maggiore, con lo stesso ritmo delle
mie spinte. La sento venire una volta, due e alla terza lascio
sfuggire un urlo soffocato e le vengo dentro.
Sono sfinito.
Mi guarda.
Un attimo di paura. Scioglie le mia mani. Mentre cerco di riattivare
la circolazione mi toglie il condom e mi pulisce con una salvietta
detergente.
In ginocchio di fronte a me mi chiede: "hai avuto paura?" - "Si" -
rispondo istintivamente.
"Vuoi che continui" - dice annuendo con lo sguardo verso il mio pene -
"Si" - "Solo una cosa. Adesso prova a toccarmi. Ma con calma, ok?" -
"Ho paura".
Allungo piano una mano e le tocco il viso dove prima era passata una
lacrima. Lei sorride e si riempie la bocca di me.
Alba.
Guardo fuori dalla finestra.
Sto bene.
Non so cosa succederà in futuro.
Ma sto bene.
Stanotte due solitudini si sono schiuse per un po'.
Sospiro.
"A cosa pensi" - dice facendomi trasalire. E' nuda vicino a me. "Forse
ho capito perché la vita è bella, sai?".
Sorride e mi viene vicino. Allargo le braccia. E' la prima volta che
si fa stringere.
Mi guarda.
Non c'è nulla da dire.
Sono un lungo caldo bacio.
mod assicura che non c'entra un cazzo col contenuto del racconto :-) ma prevede cervelli maschili spenti da una torva eccitazione!
19.3.08
One Way - Senso Unico
Film non bello - di più!
Anche se la trama nell’insieme non regge sempre, resto letteralmente folgorata da alcune scene. Il protagonista della storia è un giovane direttore creativo di una agenzia di pubblicità nel pieno della sua forza creativa in ogni aspetto della vita. Infatti lo vediamo all’inizio chiedere la mano della figlia del proprietario dell’agenzia che gli dice “sì, se riesci a prendere quel tale cliente importantissimo”, poi lo vediamo mentire con molta naturalezza alla futura moglie (“vado a correre) per vederlo poi con altrettanta naturalezza scopare la moglie del vicino sulle scale di casa. Ovviamente questa scopata quasi gli costa la sua posizione in agenzia, perché arriva tardi all’appuntamento con il cliente importantissimo di cui sopra. Ma niente paura! Lui improvvisa una geniale presentazione, conquistando il cliente.
Insomma ci facciamo l’idea di un bad guy molto desiderabile e divertente.
Cambio scena. Eddie, cosi si chiama il nostro ragazzo cosi pieno di spontaneità, a pranzo con la sua chief copy. Una ragazza giovane con un passato pieno di violenza tremenda e non del tutto limpido. Lei è “solo la sua migliore amica” – vuol dire non hanno mai fatto sesso. Lei lo esorta di smettere di scopare in giro, ora che è ufficialmente fidanzato e lui risponde “quando sarò sposato smetto - lo sai che ne ho bisogno”.
Fino a questo punto Eddie è una “simpatica canaglia”, che, personalmente, eviterei di portarmi a letto, ma come amico è divertente e dolce e leale.
Poi però la storia prende una brutta piega. La ragazza viene violentata brutalmente dal fratello psicopatico della fidanzata di Eddie.
E qui si vede un altro Eddie che si trasforma in un vigliacco che, nonostante qualche debole senso di colpa tradisce l’amicizia per un posto al sole. Lascia la (da lui dichiarata tale) migliore amica da sola e non solo – giura anche il falso in tribunale per salvare il violentatore, che, a sua volta, ricatta Eddie con delle foto che lo ritraggono con le sue varie amanti, “perché non è capace di tenersi l’uccello nei pantaloni”.
Questo è l’inizio della caduta di Eddie che alla fine perde tutto o quasi a causa della sua debolezza di carattere.
Due le mie scene preferite. Nella prima la futura moglie di Eddie lo costringe ad andare a correre insieme a lei (che è allenatissima) per provare che le ha sempre mentito quando diceva “vado a correre, torno presto”. Che bello vedere la biondina un po’ naif trasformarsi in una donna con le palle e …..due gambe velocissime.
La seconda scena è la terribile vendetta della ragazza violentata sul suo aggressore. Ingredienti della scena: una Audi 8, un paio di manette d’acciaio, uno strap-on di lusso con tanto di catene scintillanti, una pistola di grosso calibro e una ragazza determinata.
Io avrei voluto, ovviamente, il ruolo della ragazza vendicatrice!
Ripeto, il film di per sé non sarà ricordato a lungo, ma tratta dei temi che mi coinvolgono da sempre. L’amicizia e le sue leggi. Il sesso che è quasi sempre una disgrazia nella vita delle persone. Il perdono e la vendetta che non possono coesistere, o sì?
Colonna sonora di Keane. Molto bella la sua canzone “Try again”.
A proposito…..”One Way” vuol dire senso unico – perchè non si può tornare indietro. Quello che è detto è detto. Quello che è fatto è fatto.