13.3.12

mod's window sex session

(è lunedì, ma ho iniziato a scrivere domenica scorsa cosi: è domenica.
mio figlio è tornato da lontano.
stanco. e palido sotto una abbronzatura che ti viene solo se passi mesi sotto un sole che non perdona.
sto preprando la pasta con un pezzo di trota salmonata e un po' di panna acida - l'erba cipollina non manca.
e ho messo in fresco una bottiglia di champagne vero che è lì da un po' di tempo.
mi sembra una giornata di festa oggi, senza che sapessi dirti perchè. - ecco, lì per lì non riesco a continuare . troppi casini in famiglia e al lavoro, troppa la stanchezza, la febbre non c'è ma sono lo stesso debole - mi addormento quasi in ufficio - bevo troppi caffè...insomma vi faccio aspettare, sì, ma non per malizia)

te aspetti la terza parte - lo so.
vuoi sapere come è finito con Frau Fuckenmeier, vuoi leggere come la ho punita, vuoi sapere se la stronza alla fine abbia imparato una qualche lezione utile per il resto della sua vita fin ad ora abbastanza inutile. E poi magari ti tocchi pure. una volta all'inizio del blog mi scriveva uno facendomi sapere che dopo aver letto un mio post si faceva delle gran seghe, dandogli dei punteggi... - a parte la troppa informazione (perchè non ci si pensa un po' prima di scrivere ad una completa estranea?! ekkekkazzo) - vabè, fate come vi pare....contenti voi!

Frau Fuckenmeier viaggia solo in prima. Ovvio. Io c'ho il biglietto di seconda da sempre. La classe turistica rivela chi siamo davvero. In prima siamo protetti e dopo, quando scendiamo dal treno non siamo più capaci di affrontare la vita vera (metafora riuscita a metà - lo so!).

Insomma la Fuckenmeier mi fa salire con lei in prima e con fare generoso mi dice "se non se lo può permettere, glielo pago io l'aggiunta!" ...e mi fa pat-pat sull'avvambraccio al quale si teneva ben attaccata per farsi tutta la banchina della stazione termini che non finiva mai sui suoi tacchi da nonna.

In carrozza cerca lo scomparto a sei - l'open space è per i guardoni, dice. e poi vuole parlare di lavoro con me. Ancora?! madonnasantissma, falle venire 'na sincope a questa!!!! Appena il treno si mette in marcia, propongo una visita al vagone ristorante. "Ho sete", dico - lei è già in piedi, pronta per l'aperitivo.

Giuro che in quel momento non ho pensato minimamente a quel che avrei fatto dopo. Non premedito, non pianifico, sono in balia dei bassi istinti quasi sempre. sono d'accordo che non è quasi mai un bene - ma vaffanculo, sono vecchia per cambiare!

Nel vagone ristorante c'è parecchia gente - è l'happy hour, L'ora del Aperol che non riesco a bere. E' l'ora del comportarsi da donne a caccia di sguardi ammirati da parte dei maschi presenti che non riesco mai ad inquadrare. E' l'ora dell'ultima scena alla quale non riesco mai a resistere.

Frau Fuckenmeier si butta in mezzo ai presenti per passare d'avanti e farsi largo - arrivare al bar senza rispettare il turno, ecco. Eh. Certo, lei è una vera power pussy, non aspetta mica un cazzo di nessuno. Ripeto, non sono brava ad interpretare gli sguardi degli uomini, ma mi sembra di capire che viene immediatamente bollata come quella gran cagacazzi che è (sì, sono sboccata oggi, e allora? ho avuto una giornata di merda, chiaro?")

In un inglese bavaresonico Frau Fuckenmeier parte alla guerra " Barmannnnn, it iiis my turrrn, Ai vont tuu drinks pliiise, champeijn!"
"Aò, non sce l'hoo, Signooraaa! Volede un prosecchinò?!"
"Wiii arrre on a first class treijn, dont ju spiik inklish, young man?!"
vabè, cazzo, ho capito---"Senta, va bene il prosecco per la Signora...ce l'ha la vodka?"
sguardo d'intesa..."Subito, Signora..."

Un'ora e setteuomini (raccontati) più tardi la Fuckenmeier è al quarto o quinto "prosecchino", mentre io mi sono fatta una vodka liscia, tanto per mandare giù l'amaro della compagnia di una donna insulsa. Non ho voglia di ricordare tutte le banalità e stronzate che ha snocciolato come perle preziosissime, ma alla fine io sono incazzata come una bestia e lei si sente male - perchè l'alcol è stato davvero troppo per lei.

"Mi sento male, credo di aver mangiato qualcosa di avariato a pranzo, devo andare in bagno..."
seeeeh, penso, avariato il tuo cervello, stronza. lei nel girarsi verso la porta perde l'equilibrio e urta uno che si rovescia mezzo bicchiere adosso.

"Dai vieni che t'accompagno, se no qua ci arrestano." La prendo sotto braccio e piano piano ci facciamo strada nel corridoio stretto per arrivare al bagno.

In quel momento, lo ammetto, un immagine flash ha attraversato la mia mente, ma ancora non avevo deciso di agire.

Insomma, ve la faccio breve: sta stronza era talmente ubriaca che per poco non se la fa adosso davvero. ha il momento triste, piagnuccola, blatera un mezzo ringraziamento e che si sente tanto solaaa e io penso che le persone prepotenti, non appena vengono beccati per quel che sono, cioè dei deboli, si trasformano in vittime incomprese. e a me - c'è scritto anche nel mio profilo - i piagnuccoloni stanno sul cazzo.

Le apro i pantaloni, glieli abbasso, le mutande costose sono bagnate un pochino, mi cade nelle braccia e la siedo sulla tazza.

"Dai, piscia e zitta, stronza, che per oggi hai detto abbastanza", glielo dico in italiano che io con questa ci devo lavorare anche domani. "Ho fatto," mi dice come una bambina. La tiro su in piedi per rivestirla ma lei mi abbraccia e dice "sei come tutti gli altri, anche se sei l'unica che oggi m'ha aiutata, domani parlerai male di me a tutti..." (vero, infatti ve la sto raccontando. ma non una parola in azienda, non sono cosi io!)

Non so cosa mi prende.
"Ti ho detto di stare zitta cazzo, hai rotto!"
Le metto le mani intorno al collo, stringo appena, lei spalanca gli occi, le infilo la lingua in bocca, vorrebbe dire qualcosa ma non esce niente dalla bocca, salvo l'odore del prosecco e un po' di acidità.

le prendo le tette e stringo, la bacio ancora - sinceramente, ora piace anche a me e non solo a lei. Lei è lì con le braghe calate e a me viene un'idea.

"Tu hai bisogno di aria fresca, vedrai che ti farà bene!" Apro la finestra col vetro satinato, si apre solo a metà, ma abbastanza per spingerle la testa fuori, il treno corre veloce e lei è lì mezza dentro, mezza fuori. le infilo una mano tra le cosce, è bagnata sì, e non solo di piscio. due dita scivolano dentro senza difficoltà, non è stretta. Lei sta sulla punta dei piedi e io la sollevo, lei grida e ride insieme, il mio handjob è preciso e non tenero, e lei viene da farmi capire che è da tempo che non ha nessuno. La tiro in dentro e la giro verso di me.

"Stai appoggiata. Ti senti meglio?"
"Si, meglio," solo un sussurro.
"Allora lecca!" Le ficco le due dita in bocca.
Lei non sa cosa fare e nel dubbio succhia per bene.
Mi lavo le mani e la osservo.
"bene, ora tocca me!"
Risatina che vuole dare la finzione di non capire.
"ma veramente..."
"Zitta ho detto."
e con i pantaloni ancora calati la spingo giù sul water, sono appoggiata contro il lavandino, le prendo la testa tra le mani e lo spingo verso di me. voglio che annusi, voglio che ne abbia voglia anche lei.
"la vuoi vedere?"
ormai annuisce e basta.
Mi apro i panatloni e scosto le mutande e di nuovo le spingo la testa in mezzo alle labbra lisce.
"Assaggia, vedrai che ti piace!"

Quando scendiamo a destinazione è stanchissima, la carico su un taxi e prima di chiudere la portiera le dico "dormi, che domani sarà una giornata lunga." Lei vorrebbe dire qualcosa ma io chiudo e mi giro. Deve pensare a quello che sarà domani, voglio che ripensi a quel che le ho fatto, a quel che lei ha fatto.
non cambierà nulla, lo so. ma tant'è, lei se lo ricorderà per sempre sto viaggio.

love, mod