ieri ho avuto un collegamento al mio bloghino (devo andare in low-profile-mode mi sa...) persino da palazzo chigi della durata di 2 minuti e 18 secondi. e io ho pensato una cosa sola (ma sottovoce!)....minkiaaaaa....ho pensato!
le ultime notizie sul diritto di protestare dei cittadini che ora vorrebbero modificare tramite una cosetta preventiva che applicano già per i deficienti che vanno a fare casino allo stadio, mi lasciano sbigottita. da giorni si vede solo il coglione che ha tirato un casco in testa ad un altro che cade per terra. terrificante. certo! se fosse successo a mio figlio probabilmente l'avrei cercato di persona il cretino e gli avrei fatto lo stesso servizio. ma queste sono emozioni che in una situazione come la attuale e bene tenere molto sotto controllo.
una amica ieri mi ha ricordato una intervista di Cossiga in cui ammetteva candidamente che durante i tempi caldi del terrorismo lo stato mandava i provocatori in mezzo alla gente che magari voleva protestare energicamente ma senza mettere a fuoco e fiamme tutta una città per provocarli ad una reazione violente - per poterli mettere dentro.
quindi non è da dietrologo ossessivo supporre che la possibilità di intrusi in un corteo pacifico esista anche oggi. non sono i poliziotti in uniforme di cui preoccuparsi mi sa.
non so, son sempre più smarrita e impaurita. contro certe azioni il cittadino è davvero inerme. oggi approvano la schifezza-gelmini. vedremo cosa succederà fuori dal senato. state attenti la fuori.
io sono patriotica.
a modo mio lo sono.
solo che la mia bandiera non sventola nel vento.
la mia bandiera non da spazio ad interpretazioni di parte su certi argomenti.
il buon senso, la correttezza, l'onesta - sono tre cose semplici ma inflessibili. come l'acciaio del mio personale TRICOLORE.
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10.10.10
bumpin' blade
questa roba la scrivo nel tempo che dura il pezzo.
etta ha capito tutto. e io sono sua discepola.
"sta fermo lì. te l'ho detto prima, cazzo.
se ti muovi il gioco è finito.
lo so - è difficile stare cosi.
ma è proprio la posizione del cristo
che mi dice che ti fidi di me."
...e poi - sei proprio bello cosi...i muscoli delle braccia e del petto...ecco...
vederti cosi mi da piacere. e se riesci a darmi piacere avrai una ricompensa che non immagini nemmeno lontanamente...
"devi prendere una decisione.
devi dire 'sì, lo voglio' - solo che per questa unione non serve andare in chiesa. non serve firmare nessun contratto. e, a meno che tu non faccia delle mosse improvvise, anche la formula 'finche morte non ci separa' non serve. è tutto molto più semplice. serve solo una goccia di sangue. il tuo."
...non si deve mai spingere una persona a fare quel che non è pronta a fare. bisogna avere pazienza e aspettare che il desiderio la inondi. molte volte non succede ma qualche volta si è fortunati...
la musica di etta fa l'amore con le mie lame. il bump del blues mette ordine nelle mie mosse. è come entrare nel sogno di qualcun'altro....e magari se etta sapesse delle mie associazioni d'idee mi mandarebbe a fanculo...
"hai visto?! è stato facile. e tu sei stato tutto quello che avevo sempre immaginato!"
love, mod (stordita e col mal di testa - la notte è stata lunga e solitaria. e ho decisamente bevuto troppo rosso. neanche il caffè e due aspirine mi possono dare sollievo.)
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3.11.09
personale
“mod, ma che cazzo stai facendo? Stai per caso diventando una fighetta della rete (originale: fucking-successful-net-pussy”) che scrive solo di robe “morally correct?!”
A chiedermelo cosi gentilmente è mio fratello – sempre cosi attento a tutto quello che faccio. Ci devo pensare un po’. Sì, è vero. Ultimamente metto tanta musica – e poi questa idea ge-nia-le (ammettetelo, voi che non sapete una parola d’inglese!!!) di tradurre i testi in italiano.
Per pensare meglio decido di tirare fuori tutte le mie lame. Guardarle, tenerle in mano, passarle sulla mia pelle e affilarle da sempre mi da la calma e la concentrazione necessaria se devo riflettere o ammettere qualcosa a me stessa.
Sono una collezionista. Un po’ li ho ereditati. Quando è morto mio nonno materno (ha servito negli “Ulani” – antico reggimento di cavalleria dove montavano solo cavalli di razza “Hannoveraner”) tutta la famiglia si è buttato sulle cose “belle” da ereditare, come gioielli (pochi), mobili (bellissimi!) e una vecchia “Horch” che lui teneva in garage lucida e pronta a portare anche la regina d’Inghilterra in qualunque momento. Insomma, alla fine sono rimasti i suoi diari di guerra e le sue 2 lame preferite – una francese con lama lunga e sottile, leggermente curvata in punta e manico in osso e l’altra dell’esercito, è un coltello mille usi, usurato e con la lama assottigliata nel corso degli anni e dopo tante messe a filo (lo porto sempre con me. sempre.) Ogni tanto, quando rileggo per l’ennesima volta quello che lui scrisse in forma di lettera a sua moglie (iniziava sempre con “mein heiß geliebtes mädchen” – mia amatissima ragazza – e all’ora avevano già 4 figli), penso che dovrebbero fare un film sulla base di quello che lui scrisse a proposito di Stalingrado, ma poi anche no. Non scrive nulla di eroico, anzi, lui si è “distinto” in due o tre occasioni per aver avuto una gran paura, per aver pensato anzitutto a se stesso ed essere scappato a gambe levate lasciando anche qualche compagno indietro. Scrive “non ci sono eroi ma solo esseri umani magri, stanchi, malati che sperano in una pallottola nemica ogni giorno – per trovare la pace finalmente”. Ecco perché faccio fatica sempre ad entusiasmarmi ai film di guerra con eroi vari incorporati. Per contro però conosco a memoria quel film sui due sicari a Stalingrado – il russo era impersonato da jude law, mentre il tedesco era un bellissimo e credibile ed harris….oppure appocalypse now …..merda, anche io non sono del tutto immune a queste cose.
Vabè…dov’ero?! Ah sì, affilare le lame. Per farlo ho bisogno di essere da sola (cosa rara e preziosa), la musica giusta (blue valentine di tom waits in questa occasione – e mi sa che poi la metto anche sul blog), telefoni staccati, la coperta di lana grezza stesa a terra con me seduta sopra e le lame in bella vista davanti a me. quelle da affilare sono una ventina. Ne scelgo tre. Le due “pattadesi” che uso anche per tagliare il salame e una lama spagnola con uncino in punta, usato per scuoiare. Quest’ultima la uso solo per giocare. Inizio intanto a pulirla bene con il panno, poi con un po’ di saliva la passo sulla pietra con ritmo lento e regolare. Mi imbarazza un po’ dirlo qui: sono nuda sempre quando compio questo rituale. L’imbarazzo non deriva dalla nudità di per se, ma dal fatto che è ritenuto senz’altro bizzarro comportarsi cosi. Ecco, ogni volta che affilo mi sento come una che sta facendo di nascosto qualcosa di molto proibito. Sensazione piacevole. ….alle volte basta cosi poco!
Mentre son lì che passo le lame, una dopo l’altra sulla pietra penso a quello che mi ha detto mio fratello. È vero. Ultimamente, e particolarmente dopo l’ultimo giro in ospedale, mi sono come rammollita (addolcita direbbero i soliti e noiosi romanticoni). Sono diventata più sensibile al dolore e alla sua natura efferrata e innesorabile. Meno di prima sopporto le conversazioni col genere umano (non per gli altri ma per me stessa: dopo le prime due battute semplicemente non so più cos’altro dire e vorrei sparire). Solo che ora mi auto-commisero per la mia incapacità di “socializzare”.
È un periodo pesante poi. Sono successe cose che tutti faticherebbero a metabolizzare. La cosa che mi tiene sana di mente è, credo, la mia capacità di vedere le cose sempre da un punto di vista diverso di tutti gli altri. Ho pochissimo talento. Quando canto, ad esempio, faccio più pena che altro, ma riesco a dare alla canzone una interpretazione diversa….non so…..sto pensando a vanvera.
Il rumore dell’acciaio sulla pietra è in perfetta armonia con la voce ruvida e dolce di Tom Waits.
Decido che mio fratello ha ragione. Devo ritrovare un po’ di cattiveria e voglia di giocare. Questa lama spagnola è perfetta per far provare quella deliziosa paura che si prova quando sei lì nudo e in piedi, legato a braccia aperte, magari imbavagliato ma con gli occhi ben aperti per non perderti nulla dello spettacolo e ti chiedi se la bionda altissima quasi nuda che hai di fronte si ricorderà le regole d’ingaggio stabilite prima a pranzo. Quando hai chiesto “ma cosa mi vuoi fare?” lei ti ha sorriso divertita “saperlo ora non ti fa provare meno paura. E poi, francamente ancora non lo so. È una questione di mood.” Pensi magari che è una cosa idiota fidarsi di una dichiaratamente anarchica nei suoi gusti sessuali ma hai anche quel bellissimo formicoli caldo che ti sta salendo piano su per le gambe per invaderti tutto il corpo. E poi sai che lei non ti farebbe alcun male che non sei tu stesso a chiedere. A tavola ti ha guardato seria e ha risposto alla tua domanda incerta sull’evolversi di un gioco di lama : “sweetheart, no blood for preppys”, il che significa più o meno “niente sangue per principianti”. Ora che sei legato lì in quella posizione scomoda ma efficacissima per quanto concerne il flusso di sangue nei punti strategici del tuo corpo pensi che tutto sommato un doloroso ricordo che non lascerà traccia a lungo sarebbe bello e poi speri che si lascerà toccare da te, per ringraziarla. Per dirle che ti è piaciuto tanto tanto. Pensi “dai, taglia, non me ne frega niente, ma taglia. Solo un poco. Voglio sapere com’è.” Menomale che sei imbavagliato. Con lei il rischio è sempre grande che ottieni quel che chiedi.
…..ma che cazzo sto pensando e poi mi sono tagliata il pollice. Me lo fico in bocca e succhio. Hm, dolce.
Nella lama mi posso specchiare ora. Solo gli occhi. O solo la bocca. Dettagli niente male.
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