ho finito anche il secondo volume.
a parte il fatto che il music-doc ha indovinato un'altra volta che questa trilogia mi sarebbe piaciuta, la lettura mi distrae totalmente dalla mia attuale angoscia più grande: ricordare.
sono sempre sopravissuta a tutti gli eventi della mia mia vita perchè avevo dei ricordi molto nitidi. sceglievo con cura poi cosa ricordare e cosa dimenticare. non è vero che i ricordi sono cose che ci restano in maniera prepotente. I "brutti ricordi" li possiamo davvero scacciare con un atto di forza intellettuale - o semplicemente con una canna e una bottiglia di tequila. E i buoni ricordi li possiamo selezionare, creandoci una personalissima "ricorditeca" che ci fa stare in compagnia di chi, ad esempio, non c'è più o di chi una volta ci era amico ma poi non più.
Ecco.
Per me ricordare è la cosa più importante.
Ora la memoria è una specie di campo minato attraverso il quale mi sto muovendo con estrema cautela: sì, i ricordi sono come le mine anti-uomo che mi assalgono e tornano in maniera totalmente disordinata. di notto non dormo. per non ricordare cosi. alla kamikaze.
mi mancano dei pezzi importanti. non ricordo cosa ho detto detto, o peggio ancora, cosa ho fatto con questa o quell'altra persona. e loro mi guardano smarriti e preoccupati oppure sono profondamente imbarrazzati oppure (e questa è più difficile da gestire) spariscono semplicemente.
lisbeth mi fa pensare solo a lisbeth.
ho letto più di 1000 pagine in una settimana. incredibile.
io sono una che di solito legge lentamente, alle volte rileggo una pagina più volte.
non amo l'atteggiamento del "fast" - ne nel food ne in nessun altro contesto che non ha a che fare con il lavoro.
ma tant'è. con lisbeth funziona cosi: tu dici "vabè, ancora questo capitolo, poi cerco di dormire". e poi c'è lei che dall'interno di questa storia mi guarda e dice "non lasciarmi da sola in questa merda".
e io resto.