28.1.08

BETTY DAVIS- HE WAS A BIG FREAK (1974)

showtime!

praticamente in mutande


ieri sera mi chiama una mia very-good-girl-friend dalla germania - da berlino, per l'esattezza, dove spero di tornare molto presto. mi ha raccontato che il suo uomo (bello, alto, saggio, tenero, sincero, ricco, di talento) ha mollato lei per un'altra - tenendosi la loro attività (studio fotografico molto conosciuto), lasciando a lei i figli (3), i debiti da pagare e, a quanto pare, un infezione lì dove non batte il sole, che è quella più imbarazzante e umiliante. Sì, perché fino alla sera prima di darle la notizia che "infondo non siamo mai stati fatti per stare insieme", le entrava nel corpo con passione, amore e tenerezza ("perché non facciamo un'altro figlio, amore?! Sei la roccia sulla quale ho costruito la mia vita ecc.ecc.ecc."). Insomma da lì il titolo del blog. Lei alla fine quando non ha più lacrime mi singhiozza nella cornetta che "praticamente m'ha lasciata in mutande...pausa...altro singhiozzo......d'accordo, sono di seta e molte belle, ma questo non mi consola veramente.....pausa singhiozzo...ma se tu potessi venire presto a fare un giro con me...andiamo a bere una roba da Harry....musica da Helga.......e qualche bel maschio da frustare da Rosita's......singhiozzo......mi sentirei meglio....e mi toglierei anche le mutande, giuro.....singhiozzo"
Per un attimo restiamo zitte. poi scoppiamo a ridere, a ridere.....e non riusciamo più a fermarci.
Ultimamente vedo un sacco di gente che rimane "in mutande" - me compresa.
c'è chi non riesce a riprendersi il controllo del proprio corpo, della proprio vita, c'è chi si mette con gente troppo grande, chi si fa manipolare "per amore" , chi tradisce per paura di essere tradito, chi fugge l'amore perché non sa cosa farsene, chi scopa qualunque cosa, che, contando fino a tre, non si è messo in salvo sopra un albero, pensando che sia la libertà, c'è chi veramente non arriva alla fine del mese e chi va in crisi esistenziale perché non sa decidere tra una borsetta Chanel o Hermès.
Insomma: l'unica cura che funziona contro tutta questa disperazione, depressione, cattiveria e bassezza è riderci sopra.....oh, e anche ricevere in regalo Bob Marley da un 15enne che ti dice "ma, questo è morto nel 81, quindi dovrebbe piacerti - è della tua età e devi ascoltarlo a tutto volume. Lo ha detto il tipo del negozio. E' vecchio anche lui"
Oh, io l'ho fatto e funziona! Provare per credere!
(foto by joerg zimmermann)

23.1.08

piccola morte


Su uno sgabello da bar davanti allo specchio del bagno è seduta una donna – no, una ragazza. Il viso mostra i segni di una febbre alta e debilitante. Un pallore cereo le da una luce eterea, nonostante la figura formosa. Tiene le cosce aperte e i piedi appoggiati sulle sbarre dello sgabello. Gli avambracci sono appoggiati sulle gambe – le mani aperte con le dita lunghe e rilassate. Dall’altoparlante la voce di Ray Charles che canta”that lucky old sun”. Cambia posizione la ragazza, accavallando le gambe. Ha le unghie delle mani e dei piedi di un rosso “sangue di bue” – lo smalto le è costato una piccola fortuna. Non che lei sia vanitosa, ma vuole essere preparata. Se la vengono a prendere, prima o poi succederà, lei vuole essere bella, come in vita non lo è mai stata. Si pettina i capelli che hanno appena ricominciato a crescere. Piume d’oro e fuoco Gli occhi sono quelli di una bambina, no, di una vecchia. Una vecchia che ha pianto tanto ma anche riso di gusto. Accenna un sorriso. Per avere questo momento di totale intimità ha dovuto chiudersi a chiave, come quando andava in coleggio. Non la lasciano quasi mai da sola. Hanno sempre paura che succeda qualcosa di brutto. E lei nella parte dell’oggetto osservato è totalmente a disagio. Spesso diventa rabbiosa, risponde a qualunque domanda con fare arrogante. Non è neanche più capace di reagire adeguatamente all’amore che le arriva a ondate da chi le sta più vicino e le vuole bene.
Ricambia posizione. Cosce ben aperte. Il sesso con la stessa peluria bionda della testa le sorride e la invita al gioco. Lo sfiora con tenerezza. Non vede le cicatrici, la pelle bianchissima, i capillari rotti da sforzi inumani di sopportare ogni tipo di dolore, ogni violazione del suo corpo. Allunga un braccio e da un mobile alto prende una custodia nera di velluto chiusa con due cinturini di cuoio. Li slaccia e srotola la stoffa nera.
La ragazza fa un respiro profondo.
La mano trema leggermente.
Ma non per paura o indecisione.
Semplicemente la debolezza la vince ormai dopo anche un solo piccolo sforzo.

Due lame.
Una sottile e una corta e robusta.
La ragazza resta lì ferma,
stupita e ammirata
di tanta lucentezza .
Ogni volta è come la prima volta.

Potrebbe semplicemente sdraiarsi e lasciarsi morire.
Invece anche ora decide che non è arrivata la sua ora,
Anche questa volta ha deciso per quello che chiamano la “piccola morte”.
Sceglie la lama più sottile con la destra – è quella più affilata e ci vuole più abilità nel eseguire il lavoretto.
Con la sinistra afferra l’altra arma.
Li incrocia davanti al viso.
Look at this Quentin, pensa.
I am doin’ much better than Beatrix or that Elle-Bitch.
Sorride.
Fa scendere le lame tra le cosce.
Chiude gli occhi.
Metallo freddo contro pelle caldissima.
L’orgasmo avviene immediatamente.
Era diventato un’urgenza ormai.
Lecca la lama. Il gusto è dolce – non sa di nessuna cosa amara.
Segue il ritmo della musica.
Vorrebbe stuprarsi con la lama.
Si trattiene a malapena – lascia che la punta della lama entri dentro lei.
Un’attimo di estasi, di potere, di amore totale.
Ray che canta “Yesterday”
Una lacrima, solo una.
Due tagli veloci eseguiti contemporaneamente.
Un suono gutturale le esce dal profondo della gola.
Altra “piccola morte”. Più nella testa sta volta.
I sangue è di un rosso chiaro –fa pensare alle fragole mature – e scende lascivo lungo il braccio e dal fianco. Si insinua tra le cosce, bagnandole la peluria bionda.
Fica e sangue.
Lecca di nuovo le lame. Le pulisce con cura, come una cagna leccherebbe la ciotola in cui riceve da mangiare. Si guarda allo specchio e lecca….e sorride soddisfatta.
Chiude le cosce, come per conservare quella sensazione preziosa di aver fatto l’amore con il più bravo degli amanti – il suo sangue.
Che le ha sussurrato che è viva.

18.1.08

Hostel 2 Bloody Scene

THE DAILY BEAUTY-BATH

17.1.08

TRUST ME!

(isn't this a lovely shot? - it's from howard schatz)
Trust me
It’s not to mess up your life,
Not even with my blues,
But eventually make you happy for a glimpse of your life.

Trust me.
It’s not for making things more difficult,
But eventually to ease them.

Trust me.
It’s not for making you doing things,
But eventually you looking at me while doing you good.

Trust me.
It’s not about crying.
But it’s eventually about laughing out loud.

Trust me.
This all is so much NOT about sex,
But eventually about love....

by going to the theatre,
by listening to music,
by watching a tv-show
And then fall asleep.
Together

Trust me.

14.1.08

BLONDE SHOT-GUN BLUES


Alle volte la vita è proprio cosi. È come guardare nella doppia canna di un fucile da caccia grossa - imbracciato con naturalezza da una bionda mozzafiato. Tu sai che quando partirà il colpo ti devasterà. E tu sai che il colpo parte. Oh sì, ne hai la certezza. Nonostante speri fino all’ultimo, facendo ogni volta, o quasi, la figura della cretina, perché resti incantato, appunto, dalla bionda DIETRO il fucile...
("La bionda" e "il fucile" sono una M-E-T-A-F-O-R-A - lo dico per i maschi che leggono!)
Io sono una che riesce a godere anche delle cose non ancora accadute, che magari non si avverranno neanche mai. Io comunque son lì che in segreto, fra me e me gioisco. Raramente poi succede davvero qualcosa di bello. Di solito appare la famosa canna da fucile davanti a me.
Ecco perché nel gioco sono io la bionda con il fucile, perché, cazzo, avrò il diritto di dominare il destino di qualcuno anche io. O no?!
Ora: sarà mica che noi dominanti siamo tali, perché nella vita reale non riusciamo mai ad avere quel che desideriamo???
Che blues del cazzo che mi sta inondando!

8.1.08

PALESTRA!!!

Mangiato troppo durante le feste? Eaten too much during christmas holidays? Non c'è problema. Don't worry! C'è Mistess Victoria che vi farà sudare. Mistress Victoria will make you sweat.

6.1.08

Tecnological strangers in the night

Non si dice “virtuale” per classificare una conoscenza fatta in rete. Ho imparato ieri sera che solo gli ignoranti dicono cosi. I veri intenditori, cioè i “tecnologici” non dicono e basta e guardano noi principianti del blue space con un poco di sufficienza. Loro non fanno alcuna differenza tra una conoscenza al bar e una fatta in rete. Mi ha fatto pensare che anche io in fondo mi comporto cosi. In rete o al supermercato, sempre uguale sono. Ora aspetto il proseguirsi della conversazione per vedere se ci sono dei segnali EVIDENTI per riconoscersi fra “non-attori” – e anche per sapere se ci sono dei trucchi per schivare gli “idioti virtuali”. Lo so che potrei andare in libreria e comprarmi uno dei tanti libri che hanno scritto sull’argomento, ma, come sempre, preferisco parlarne con qualcuno. I need to be feeded back in real-time.
Questa cosa (e le solite altre) non mi hanno fatto dormire tutta la notte.
Io riconosco un mio simile non tanto da quello che mi dice lui – o lei – di se, o dalle domande che mi fanno – o non fanno. Io riconosco una affinità elettiva dal fatto che dopo un po’ che siamo lì a smanettare sui tasti (o al bar a bere, o in treno a chiacchierare, o in fila alla posta a lamentarci) io mi stanco (nel vero senso della parola, cioè non noia, ma stanchezza) e vorrei una cosa sola: fare un salto avanti nel tempo di…chessò….5 anni. Vorrei, insomma, cancellare la fase del “conoscersi-piano-piano-senza-rivelare-che-non-ho-alba-per-quanto-concerne-il-senso-della-vita-e-della-morte”. Vorrei già avere quella particolare confidenza, quella intimità che ti fa dire solo le cose importanti. Lo so bene che non si può. E non sono sicura che quella sensazione sia un segnale inconfondibile sulla "bontà" dell'interlocutore sconosciuto....forse è solo un idiozia.

Sono diventata una “tecnologica” anche io e di botto la notte scorsa –