l'altra sera ho cantato.
i ragazzi erano tutti di buon umore.
abbiamo mangiato e bevuto insieme
e mentre il G. preparava tutto per la registrazione
(si dice in "low-fi" - ora lo so, grazie al solito Doc che sa tutto sulla musica)
il G_2 suonava improvisazioni di "can't help falling in love with you" con la sua ukulele.
il D. e la Mod a ballare come una vecchia copia - con D. che, perso nei suoi pensieri più dolci, appoggava la sua testa di fine pensatore e poeta tra le tette sempre belle (ma quando cazzo si sciuperanno anche quelle?!) della Mod.
poi il A. ci chiama, come i bambini all'asilo, all'ordine
e allora la Mod con la pelata luccicante e gli occhiali da vecchietta e il bicchiere dell'amarone mezzo pieno in mano e con ai piedi dei calzettoni di lana pesante si piazza davanti al microfono e sul sottofondo del G. - che ha scambiato l'ukulele con la sua chitarra e che ora suona l'intro di bridge over troubled water- la Mod inizia a cantare con quella sua voce rotta ormai da troppo dolore, lutto, medicine e la vecchiaia che incombe - prima che succede alle altre donne...
(che bella canzone, vero?) - ecco, è stato una serata avvolta dall'amicizia superficiale - è solo per fare musica. non sanno niente di me o quasi. e io non so nulla di loro. bè, ora che sono di nuovo pelata e con la cufia di lana in testa sospettano che ho qualcosa di brutto ma nessuno fa domande - siam lì per fare musica e bere insieme. punto.
finale della canzone: tutti cantano a squarciagola il ritornello e quando finisce il G. si sveglia come da un sogno, mi guarda e fa "ti scoperei solo per come hai cantato l'ultima riga, cazzo"
e io gli ho risposto "la prossima volta, dai!"
insomma. come ho detto al vecchio doc (che non capisce un cazzo di timing per i viaggi ma per il resto non è uno sprovveduto) - non voglio più morire. lo ho capito dal fatto che mi è tornato il desiderio - ero lì-lì di portarmi il povero G. su da me sul divano, cazzo!.
love, mod