2.7.09

doing katie slowly

ieri sera, dopo un pomeriggio di violenti temporali e pioggie da monsone, con l'arrivo dell'aria fresca arriva anche katia.
è stanca, sudata e anche un po' scazzata, perchè non va d'accordo con la padrona del posto dove lavora.
le sbatto in mano una birra fredda e ci piazziamo sul terrazzo a guardare il tempo.
il bello di katia, a parte la figura snella ma muscolosa, è il fatto che non parla tanto. il silenzio non la mette a disagio. e poi non fa mai domande cretine come "stai meglio?". lei è qui per un preciso motivo e non perde tempo in chiacchiere.
quando finisce la birra ci guardiamo e poi ci alziamo - in sincronia.
la porto in camera. lì c'è uno specchio grande che va da terra al soffitto.
"spogliati per favore."
dal tono katia capisce che oggi non le prende. resta un po' delusa e mi guarda smarrita con i suoi occhi da cocker spaniel.
"fa troppo caldo fuori e dentro di me per fare una session da pugili asiatici," le dico tranquilla. se vuole andare via ora, lo può fare e lei lo sa.
invece inizia a spogliarsi come se si spogliasse a casa sua da sola. non è una che fa le cose "for my eyes" - le fa come piace a me: dritte al punto.
nuda è spettacolare. si allena 4 o 5 volte alla settimana. ha le spalle della nuotatrice e una specie di six-pack molto femminile. è tatuata alla caviglia - cazzo non mi ricordo quale, ecco chiarito quanto vale il mio spirito di osservazione - un piccolo fiore nero.
il suo corpo perfetto e minuto davanti allo specchio con accanto il mio, molto meno perfetto e statuario è una impressione che ci fa soffermare lì ammirate, in silenzio, tutti e due. poi, contemporaneamente, iniziamo a ridere per non so quale motivo idiota.
"hai la roba?" chiede lei impaziente.
da sotto il letto tiro fuori quattro confezioni di pellicola trasparente, quella che serve per il cibo e per combattere la cellulite.
"Sì! Ormai la Betty (cassiera assolutamente e vanillamente etero ma simpatica del minuscolo e unico supermercato del paesino dove abito) si chiederà cosa cazzo faccio con tutta sta roba,"
"naaaaaa, lo sa," fa katia già distratta dai pensieri piacevoli, "glielo detto!"
God, have mercy, penso. Prima o poi mi metterano al rogo, perchè porto al peccato tutte le figlie di buona volontà di questo peasino sperduto nella provincia veneta.

"Ok, cominciamo. Allarga bene le gambe e le braccia, per favore."

la pellicola che avvolge il corpo umano crea immediatamente un'altra pellicola tra corpo e plastica: il sudore. e il sudore insieme alla saliva sono liquidi che io personalmente ritengo abbiano un'altissima carica erotica in certe circostanze. Infatti una volta impacchettata senza tralasciare lo spazio tra le cosce e le natiche, katia inizia a muoversi lentamente. il scivolare della plastica sulla sua pelle mescolata alla sensazione umida del suo sudore la mette nel mood giusto perchè io possa iniziare a lavorare di lama. La prendo e la sdraio sul letto. mi devo sedere un attimo. fottuta mia condizione che mi fa ansimare per la fatica anzichè per la voglia.

lei è lì sdaraiata e mi guarda. le faccio vedere la lama che ho scelto. lunga e sottile questa volta. una specie di apri-lettera. non deve tagliare la carne ma solo la carta. anche se lei ogni volta mi implora di farle una cicatrice che le resta. il tizio che le ha fatto il tatuaggio l'ha guardata come una extra terrestre quando glielo ha chiesto a lui. in provincia non si fa. io, invece, non glielo faccio, perchè sono convinta che fra qualche anno, quando si sposa e farà figli non vorrà una roba del genere per ricordarsi delle cose strane che faceva da giovane. lo capisco sempre quando una è solo di passaggio o una sorella per sempre.

"ti prego, ti prego, ti prego!" solo un sussurro. ormai è venuta da sola e solo all'idea.

con la punta della lama inizio a praticare dei piccoli fori qua e la sul corpo della ragazza, evitando accuratamente le zone calde. infilo la lingua nei buchini e assapporo il suo sudore fresco e salato. la ragazza ha gli occhi chiusi ora.

"ti prego, ti prego, ti prego!"

appoggio una mano sul basso ventre. l'effetto deve essere un calore umido intenso. la ragazza inizia a mugulare. cerca di spingere la mia mano tra le sue cosce, ma non è quello che ho in mente.

"se non stai ferma ti lego."

occhi chiusi. sorride e riprende la mia mano spingendola in basso.

"e va bene, piccola stronzetta, lo hai voluto tu!"

con dei nastri larghi di velcro la lego ai quattro angoli del letto e solo questa azione la fa venire un'altra volta. non è la mia bravura a fare questo effetto su di lei. non sto facendo nulla di particolare. ma le donne quando giocano hanno un cinema incorporato in testa nel quale vedeno un film personalissimo.

una volta legata bene inizio a tagliuzzare la plastica sopra i capezzoli. "Taglia, ti prego, tagliami" - con la punta le sfregio appena un capezzolo. la sua schiena si inarca per portarmi ancora più vicino le sue piccole tette. succhio il suo sudore insieme a una piccolissima goccia di sangue. succhio entrambi i capezzoli. sono lì sdaraita fra le sue cosce spalancate, appoggiata metà su di lei e mentre la mia lingua lavora con decisione penso "se muoio ora sarebbe un bel casino!"

ci baciamo. in quel momento provo affetto per lei. e gratitudine. per essere lì. per non parlare. per non vergognarsi. per godersi quel che le faccio.

"ora il piatto del giorno," dico ridacchiando, "sei pronta?"

"TI PREGO!" ora è quasi un imperativo.

lentamente taglio un buchino piccolo che poi allargo con la lingua. la sua fica è sudata e sorridente (non sto scherzando: ho conosciuto fiche tristissime e sono sicura che chi legge con cognizione di causa sa esattamente di cosa sto parlando).
Inizio a leccare cercando di allargare sempre di più il buco. ha la fica chiusa. non sopporto quelle slabbrate. sembrano scopate male troppe volte. lo so. non è cosi. ma a me hanno sempre dato quella sensazione e io non amo passare dove è già passato tutto un esercito.

ormai grida la sua voglia. ha gli occhi neri spalancati. la bocca è una smorfia di massimo impegno. mi fermo ad amirare il suo orgasmo. con un dito la sento pulsare dentro. la scopo lentamente, baciando la sua bocca spalancata. i nostri denti si scontrano. ci mordiamo.

ora il gran finale. con un rapido taglio apro la plastica dal collo fino al pube per accanirmi sul clitoride gonfio e pulsante. lei ride e piange e dice cose senza senso.
cado accanto a lei sfinita. non sono venuta. ma soddisfatta dell'effetto che ha fatto il mio gioco.

vado a prendere dell'acqua che beviamo insieme.

"ora vattene che ho da fare," le dico con un sorriso.

"fammi tornare presto. ti prego."

la bacio in fronte. in fondo potrebbe essere mia figlia se avessi saputo come si fa a 17 anni.

il copyright per l'impacchettamento spetta al music-doc. geniale come sempre a ispirare i miei sensi. lui non fa. ma insegna. ;-)

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