15.11.07


Il dolore è mio amico più intimo.
In un modo o l’altro è l’unico che non mi abbandona mai.
E lui che mi tiene compagnia la notte,
quando i brutti e belli pensieri mi assalgono e non mi danno pace.
Una volta ero convinta che il dolore fosse l’origine del mio stare sveglia di notte e temere di giorno.
Ma non è cosi. Al contrario, quando mi assale quel dolore particolare, quello che mi taglia il respiro, mi fa sudare freddo o vomitare, urlare, e mi fa smettere di pensare e allora ho imparato a cercarlo, addirittura me lo procuro alle volte e ho capito che vanno distinti i vari dolori fra di loro. Quello non cercato (che quando arriva regna sovrano!), quello cercato e creato artificialmente, quello fisico, quello spirituale. E con il tempo sono diventata un’esperta del dolore. La gente di un certo tipo mi chiede…alle volte mi supplica di dargli quella sensazione che per un attimo li fa temere davvero di non poter sopportare oltre, perché io lo controllo quasi sempre il dolore quando cerca di sottomettere me e quindi non perdo mai il controllo quando poi lo “passo” a qualcun altro.

Quindi alla fine mi ha fatto capire perché sono quella che sta sopra desiderando di stare sotto anche solo una volta, senza mai cedere alla tentazione. Perché sono una dominante che però non cerca la sottomissione gratuita ma predilige la sfida. E perché devo vincere quelle sfide.
Il dolore non cercato, non scelto prima o poi ti fotte anima o corpo o tutti e due, perché non sai mai quando arriva. Ho fatto l’esperienza che le persone che hanno subito dei forti dolori non scelti nella vita di ogni giorno difficilmente si sottomettono alle regole degli altri – e anche nel gioco li ritrovo spesso dalla parte dominante. Semplicemente il loro dolore è provato con una tale intensità che non accetterebbero che lui come padrone.
In fondo è cosi semplice.
Il dolore scelto del gioco s/m ci da la sensazione di controllo, sia a chi lo procura che a chi lo riceve.
Dominanti e dominati sembriamo tutti parte di un club segretissimo i cui membri si riconoscono senza tante parole. Con i nostri strani giochi ci diamo quel momento di tregua, quel momento in cui tutto diventa chiaro. In cui superiamo la paura di qualunque cosa e diventiamo immortali per un breve istante.

Ma che ho scritto? Che giornataccia!

4 commenti:

mayadesnuda ha detto...

Dico sempre uan cosa cherie che il dolore è un mio vecchio amico. Il dolore non cercato.Quello che ti coglie di sorpresa magari quando ancora non hai imparato a tenere sempre al guardia alzata. Quando ancora non diffidi per mestiere. Ecco lo stesso di cui parli tu. No. Non è un caso che l's/m venga vissuto come terapeutico ti restitusce due elmenti preziosi che l'altro dolore ti ha tolto: controllo e dignità...

Anonimo ha detto...

La lotta all'ultimo sangue per tenerlo a bada. Cercare il dolore per non lasciarsi sopraffare, la sfida per dominarlo. Imparare a lasciarsi mordere affinchè le cicatrici diventino nodose, dure, impenetrabili. Il dolore non è amico: è una bestia da ingoiare tutta, per poterla poi vomitare. La tenacia di viverlo ed incalanarlo. E' necessaria una forza inaudita ed il coraggio di pochi, come te, bionda. Detto questo,mi vomiterei sulle scarpe (anzi sui zoccolacci da casa)perchè le parole sono lontane dal sudore di sangue. Facile, parlarsi addosso. Faticoso immedesimarsi. Troppo. Da togliere il respiro.
Morso sulla gola (lieve).

AV ha detto...

il dolore rende liberi

Anonimo ha detto...

Il dolore ha una potenza straodinaria, che non è per nulla semplice controllare. E quello non cercato, come dici tu, ti fotte.... e quando lo fa non usa mai nemmeno un filo di vaselina. Il dolore non cercato fa male sul serio.