Cara ragazza che non conosco, (ho modificato l'intestazione dietro richiesta dell'interessata)
gli ultimi tre post sul tuo blog sono di una drammaticità eccezionale. hai tolto la funzione dei commenti dal terz'ultimo post in poi in ordine cronologico che aveva raccolto tanti commenti - il post seguente contiene soltanto le parole "THE END" che manda in panico i tuoi lettori, seguito ancora da un altro post che termina con la costatazione che recita più o meno cosi "se fossi sicura che tutti i commentatori mi mandassero a fanculo ripristinerei la funzione dei commenti."
vabè, fanculo bella gioia! eccoti servita intanto.
seguo il tuo blog da qualche mese. sporadicamente per la verità. tu sei malata - io sono malata. ecco. evito le sorellanze della disperazione dove posso. per sopravvivere quando si è affetto da un malessere cronico serve avere anzitutto delle regole ferree che permettono un controllo quasi totale sulla propria vita. una delle mie regole dice di evitare altri malati-disperati e un'altra regola, ancora più importante, esclude categoricamente ogni persona affettuosamente sentimentale piena di buoni consigli e ottimismo del tipo "daiii, che ce la puoi fare!" oppure ti segnalano la loro "massima disponibilità" - senza veramente rendersi conto cosa vorrebbe dire prendersi cura di una ragazza come te o me e dell'impossibilità di aiutarci in maniera concreta.
quando tieni un blog aperto a tutti il controllo non è possibile - cioè nel tuo caso non non è possibile tenere lontano le persone di questo genere. ma forse non lo vuoi nemmeno.
il tuo blog, secondo me, è letto in buona parte da gente che legge te come guarda "chi l'ha visto" quando dicono alla mamma della ragazzina uccisa che l'assassino è lo zio - la vita in diretta, o il salvataggio dei minatori, o qualunque cosa in cui degli esseri umani devono affrontare una situazione eccezionale. sono persone che in buona fede sono pieni di buoni sentimenti ed empatia e pietà nei tuoi confronti. è anche possibile però che trovano nella tua situazione, il tuo scivolare inesorabilmente verso la morte, la suspence che nella propria vita non hanno. non saprei. e aggiungo che lo scrivo senza offesa per nessuno. è quello che ho pensato ieri quando leggevo la tua roba e tutti i commenti.
non credo che tu leggerai mai questa lettera. non credo ti interessi ormai quel che pensano "gli altri" - TUTTI gli altri. forse non te ne è mai importato un fico secco, perché da sempre stai faticando di restare al mondo, di alzarti ogni mattina e di fingere una normalità che nella tua vita non c'è mai stata.
e allora riaffiora in me un pensiero che ho da sempre: non chiediamo di nascere - ma dovremmo poter decidere quando ne abbiamo abbastanza della vita. abbiamo il diritto di morire come, quando, dove e perché vogliamo. e non ci dovrebbe essere "il salvataggio ad ogni costo" da parte di persone che in realtà vogliono calmare la sensazione che provano sulla propria incapacità di risolvere un problema.
insomma, fai quello che ti senti di fare - a me sta bene. non ho ne gli argomenti, ne la forza e più che altro la voglia di convincerti di cambiare rotta. secondo me diamo troppa importanza alla vita e la morte. troppa importanza a chiamare un cieco "non vedente" e una persona con ritardo mentale un "diversamente abile" o una ragazza affetta da anoressia una "farfalla bellissima". nascondiamo le imperfezioni della vita sotto definizioni, terapie, programmi d'aiuto, la terapia del dolore e magari anche sotto le volontà di un Dio non meglio definito - e un sacco di belle parole.
Ti auguro di trovare pace. nel modo che tu ritieni più utile al suo raggiungimento.
ho sognato di trovarmi in acque aperte stanotte.
non era un icubo. avevo una bellissima sensazione di libertà. e di perfezione. nuotavo con forza e vigore. attraverso l'oceano. e non avevo nessuna paura!
love, mod
p.s. ...poi torno a scrivere anche di figa ma al momento va cosi!
37 commenti:
in questi ultimi giorni i tuoi post sono pieni di dolore anche se lo mascheri abbastanza con i tuoi toni forti e intimidatori. non voglio, non posso come tu dici e d hai ragione fare nulla, credi invece che dai tuoi post si intuisce anche una forza che spero non ti venga mai meno. Credo che tu sia una persona molto particolare, ti sembrerà strano ma questa tua ostinazione mi rassicura e mi ha sempre confortata. Un bacio.
cara antonella,
un dolore non deve essere per forza "stanco e indebolente" - può benissimo essere "forte ed intimidatorio".
lo avrai sicuramente provato sulla tua pelle: quando non stai bene e sei condizionato dall'inerzia forzata ragioni di più sui temi "grandi". quando stai male il tuo cervello subisce una specie di spinta adrenalinica che ti fa vedere chiaro. poi mettici il carattere che hai e viene fuori il "tono" di un post.
la particolarità è bellissima di per sé e una gran fregatura in un qualunque contesto, un insieme di cose.
la mia non è ostinazione o disperazione o ...chennesò.
francamente non ho idea però di cosa sia.
vorrei che potessimo discutere questi temi come discutiamo di un film o un disco nuovo, o di una poesia, o di sesso, o di politica. vorrei che anche della malattia e della morte si potesse parlare senza agitarsi, senza sceneggiate, senza "atteggiarsi" - ecco. ho questo forte desiderio.
love, mod
il tuo conforto è il mio sollievo. si chiama osmosi credo.
il tuo blog, secondo me, è letto in buona parte da gente che legge te come guarda "chi l'ha visto" quando dicono alla mamma della ragazzina uccisa che l'assassino è lo zio - la vita in diretta, o il salvataggio dei minatori, o qualunque cosa in cui degli esseri umani devono affrontare una situazione eccezionale
Non guardo mai certi programmi in tv (e ce ne sono anche in Ungheria, non credere). Allo stesso modo non leggo certi blog in cui si mette troppo in piazza la propria sofferenza, quasi ad elemosinare comprensione e pena.
Io so che una buona parte di questi blog non sono altro falsita' espresse da qualcuno che ha certamente dei gravi problemi ma non quelli che descrive e che trova nell'autocommiserazione quel po' d'interesse da parte dell'universo mondo che altrimenti non sarebbe capace di raggiungere con altri mezzi. Spesso bambini mai cresciuti che applicano al web quel meccanismo primordiale che li faceva piangere per attirare attenzione.
Mi sono autoimposta di non considerare piu' questo genere di episodi sul web, perche' vivo costantemente a contatto con una realta' in cui certi problemi sono veri e concreti, e so che chi davvero soffre e non finge, non li esalta e non ne fa il topic principale della propria esistenza sul web.
Anche se alcuni casi possono essere sinceri, quindi, preferisco essere cinica con quei pochi sinceri piuttosto che concedere la mia preziosa energia a chi ha il solo scopo di succhiarla agli altri. Almeno fino a quando non ho certezze che chi sta dall'altra parte non mi dica il vero. E queste certezze non devo andare a cercarmele io, ma mi devono essere fornite perche' purtroppo non esistono strumenti per valutare quali siano i casi sinceri da quelli architettati.
Percio', siccome ognuno di questi casi rappresenta un'idrovora che assorbe le mie energie positive che gia' sono destinate a problemi veri e concreti che appartengono alla realta' e non alla virtualita', solo per proteggere me stessa da chi potrebbe essere affetto da quel disturbo tipico di chi gode nel buttare addosso agli altri la sofferenza, evito di farmi coinvolgere.
Oltre a cio', chi ha un minimo d'esperienza e conosce benissimo quale sia la sofferenza vera causata da certe problematiche quando reali, sa bene che la commiserazione non e' altro che un placebo momentaneo che non risolve assolutamente niente.
Buona giornata, Mod. :-)
klarabella, tu ti soffermi sul dubbio del fake o no-fake. il sospetto e la diffidenza in generale non fammo parte del mio carattere. ma sembra il leitmotiv del tuo approccio alla rete. lo capisco non solo da questo commento ma dalla tua scrittura in generale. la diffidenza fisica magari sì, la conosco anche io. ma qua? in rete? se mi metto a ragionare se un blogger si è creato il personaggio o meno non ne vengo più fuori. se la pensassi come te dovrei escludere dalla lettura ogni blog che contiene qualunque annotazione di tipo personale e di "vita vissuta", tipo diario. quindi anche me e te, o fabio, o gio, o lillo, o listener.
io mi limito a leggere e poi ragiono sul contenuto. se mi prende seguo un blog se no, no. sono molto più semplicistica di te.
e nel caso specifico prendo la storia di donatella per come lei la racconta. vero o falso, che importanza ha in fondo? mi ha dato lo spunto di ragionare su come gestiamo nella società temi come malattia e morte. mi interessa perché ne sono colpita personalmente.
su quello che dici sulla "buona energia" invece mi trovi totalmente d'accordo. va centellinata per le cose che scegliamo consapevolmente. tu delle tue cose non parli mai e quindi suppongo non gradisci domande di approfondimento. ti rispetto cosi come sei. e non mi chiedo mai chi c'è VERAMENTE dietro "chiara di notte"
buona giornata anche a te.
love, mod
Ci provo...
Ti ho apprezzata ,ti ho anche criticata...alle volte mi hai strappato un sorriso,altre mi sei stata francamente sulle palle. Ma oggi ho capito perché...abbiamo molte cose in comune e guardarsi allo specchio,non sempre è facile. Io uso forse toni più morbidi per dire le cose, tu vai come un treno ad alta velocità...Ma sei vera nel bene e nel male,senza fronzoli inutili.
Condivido gran parte di questa lettera aperta...Ho vissuto per molto tempo il dolore di chi amavo e ora non c'è più,un uomo che ha vissuto il dolore in modo stoico e che tra uno scazzo e una morfina,trovava anche il modo di farci ridere. Il giorno più bello dopo tanto tempo è stato vederlo andare via...Potrei raccontarne tante di storie di dolore,una cosa è certa ognuno ha il diritto di scegliere come soffrire o non soffrire. Tutto il resto è ipocrisia e superficialità. Solo chi ha sofferto o visto soffrire, può comprendere, ma allo stesso tempo ogni dolore è unico e personale, perché dietro c'è una storia di vita.
Vorrei dire altro ma non trovo le parole,come non sempre le trovavo verso chi soffriva.Tante volte mi sedevo in silenzio,un silenzio che ora che ci penso mi faceva meno paura di tanti altri silenzi che mi hanno accompagnata e mi accompagnano ancora.
Ciao Mod.
io mi limito a leggere e poi ragiono sul contenuto
Forse non mi sono spiegata. E' quello che faccio anch'io, ma quando ragiono sul contenuto, faccio una cernita ed escludo tutto cio' in cui la mia impressione e' quella che mi si voglia coinvolgere in qualcosa che, come dici tu, rappresenta nel web quello che in tv rappresentano quei programmi che hai citato nel post. Cosi' lo evito.
Cio' riguarda me, e' ovvio. Se a me non piace la liquirizia non e' detto che a chiunque altro/a non piaccia.
Che poi le mie motivazioni siano per diffidenza cronica - come intuisci tu - o piu' semplicemente per cognizione specifica di problemi di cui mi occupo nella realta', e di come sappia che in fondo sonoo veramente un numero irrisorio i casi in cui tale sofferenza rappresenta un fatto vero e reale e non un copione di scenografia, cio' non ha a che vedere col discorso generale di come io imposto e "vedo" il mondo del web. Che e' decisamente diverso dal tuo, da quello di Gio' e di altri.
Come giustamente hai rilevato descrivendomi "delle mie cose non parlo mai e quindi non gradisco domande di approfondimento." Percio' mi comporto con coerenza nei confronti degli altri. Sarebbe oltremodo bizzarro se, assumendo un tale atteggiamento volto alla difesa della mia privacy poi andassi a sfrucugliare come una guardona nei fatti privati altrui.
Purtroppo pero', nonostante ci sia in me questo disinteresse, un po' obbligato devo dire, nei confronti della tragicita' degli episodi che nel web sempre piu' spesso le persone tendono ad esternare - forse perche' di tragicita' ne ho vista e ne vedo fin troppa senza dovermi connettere a internet - il mio non e' pero' un disinteresse totale per le persone che stanno dietro ai nick, e non posso fare a meno di chiedermi chi e come sia la persona che si esprime in quel certo modo.
E' anche vero che, come dici tu, tutto cio' non sia facilmente rilevabile se non a seguito di una diretta conoscenza estrapolata dalla virtualita' e trasferita nella realta', magari prolungata nel tempo perche' inizialmente le finzioni sono assai probabili, pero' gia da come scrive, cosa scrive e quanto scrive una persona, posso gia' farmi un'idea del perche' scrive.
Se torniamo all'esempio del bimbo che piange per attirare attenzione degli adulti, oppure per ottenere qualcosa di cui ha voglia, anche se il linguaggio dei bimbi ci e' in parte sconosciuto, sappiamo esattamente cos'e' che provoca quel pianto.
Tutti credono che il web crei una cortina fumogena, uno schermo opaco che ripara e protegge. Alcuni credono addirittura di poter usare quello schermo come il sipario di unpalcoscenico dove mettere in atto le proprie rappresentazioni, ma non e' del tutto cosi'. In realta' non esiste altro ambiente in cui l'aspetto psicologico emerga in modo cosi' preponderante e non esiste altro ambiente in cui le persone tirino fuori comportamenti inconsci, istintivi, naturali, essenziali, ancestrali, primitivi che, chi ha la "vista" buona puo' notare anche senza l'uso di occhiali speciali.
Non e' assolutamente vero che chi mi legge non possa capire chi sta dietro a "Chiara di Notte". Chi ha buona vista riesce a capirlo molto bene.
Il dolore vero, lancinante, non si mette in piazza come un vestito nuovo, e non si puo' elemosinare aiuto quando si è in certe condizioni.
Aiuto? E chi ti puo' aiutare?
Chi ne è capace?
Si esprime il proprio male e basta, ci si sfoga perchè si sta male dentro, e si rischia di esplodere.
E quale attenzione si puo' sperare di attirare?
Ma guardiamoci attorno, nella vita reale come qui: sono pochissimi quelli che capiscono il dolore specifico, gli altri centomila anzi fanno solo confusione, e aggiungono con le loro premure, che grazie al cielo non tutti si sentono il dovere o il diritto di esercitare, noia nei casi migliori, asfissia in quelli peggiori.
E' tutto solo un grande inferno, una confusione maledetta.
Ciao Mod!
nicole) ...ieri ti ho immaginata che mangiucchi dolci e ho provato una certa invidia. oggi contraccambi la visita facendo vedere un pezzo di te.
non so nemmeno io cosa dire. siamo già in due.
:) ciao, nicole!
klara) ...insomma vuoi continuare a parlare di "fake o no-fake - questo è il dilemma"? non vuoi proprio dare il tuo contributo sull'argomento principale del post? cioé sul come affrontata la gestione quotidiana di malattia e morte?! :) mi sarebbe piaciuto sapere come la pensi.
gio) sì!!! purtroppo questo lo vediamo in pochi. anzi. pochissimi.
love to all, mod
...insomma vuoi continuare a parlare di "fake o no-fake - questo è il dilemma"?
Assolutamente no. Tale discorso era "a latere" e la mia replica c'e' stata solo per spiegare cio' che credevo non fosse stato compreso.
non vuoi proprio dare il tuo contributo sull'argomento principale del post? cioé sul come affrontata la gestione quotidiana di malattia e morte?! :) mi sarebbe piaciuto sapere come la pensi.
Malattia e morte sono due cose diverse. Possono essere collegate, ma non e’ obbligatorio. Esistono malattie che non portano alla morte e morti non provocate da una malattia. Inoltre il tema e’ talmente vasto e personale che credo non possa essere affrontato in modo aprofondito in un unico commento e neppure in un unico post e forse non basterebbe un libro intero. Mi provero' comunque, a dare il mio modesto contributo, per quanto sommario, che pero’ possa dare un'idea di quella che e' la mia idea, estrapolata dalla mia realta' della quale, almeno in questo caso specifico, non vorrei trattare, ma che inevitabilmente se ne parlo non posso far a meno di lasciar filtrare.
Si deve innanzitutto separare le due cose, dunque, malattia e morte, e poi separarle a loro volta perche' ciascuna delle due puo’ essere vissuta diversamente nel caso capiti ad estranei, a noi o a chi ci sta vicino e per il quale proviamo affetto.
Quando ero studentessa, nel mio paese non bastava solo studiare per avere il diploma o la laurea, ma era obbligatorio anche far esperienza pratica in quel ramo che riguardava i nostri studi. Per questo motivo sono stata infermiera nel reparto in cui, piu' di ogni altro, la morte era presente. Quindi la malattia e la morte non mi sono estranee. Ma e' una cosa diversa, poi, quando qualcosa del genere accade ad una persona a noi cara, e credo sia qualcosa di ancora diverso se siamo noi ad esserne coinvolti/e in prima persona.
Quest'ultima esperienza, quella personale, mi manca, persino di malattia degna di essere ricordata come seria, e spero mi manchi ancora per molto tempo, quindi non saprei cosa rispondere in merito, ma vivo ogni giorno assorbita dal pensiero della morte che riguarda alcune persone a me care, anche se non ritengo che il web sia il luogo giusto dove parlarne.
Oltre a cio', devo sempre ricordare a chi mi vede un po' "cinica" e distaccata che, per il modo in cui sono stata cresciuta e per la cultura della mia gente, la sofferenza non riesco ad esternarla in pubblico perche' non lo reputerei compatibile con la dignita'. Ma questo e’ un fatto privato e che interessa solo la mia gente e che preferirei affrontare in modo piu’ approfondito, magari in un post specifico.
Confesso che per istinto, come certi animali, rifuggo la malattia nei miei simili ma prima ancora tendo a non volerla riconoscere nemmeno in me.
Mentre invece con la morte credo di avere un rapporto più sereno. La accetto come compagna di vita, conscia che talvolta può essere una liberazione dal dolore.
klara) fammi capire per te e la tua gente "non è dignitoso esternare la sofferenza in pubblico"? leggerò con interesse il post che sembri intenzionata a scrivere su questa affermazione.
purtroppo conosco solo i rom che chiedono la carità per strada - vedo le facce sofferenti delle donne che piangono e si lamentano perché non hanno di che sfamare i propri figli. di loro ho sempre pensato che ci vuole molta forza a far vedere la propria povertà cosi (fakata o autentica - anche qui non ha molta importanza) quindi avrei pensato che esternate molto la sofferenza. ripeto, mi piacerebbe davvero leggere di più su questo argomento da te.
io provengo da una cultura protestante-luterana. niente madonna, niente santi, niente miracoli e il libero arbitrio è il centro della nostra cultura. in tutti gli ambiti della vita e le scelte ad esse collegate. insomma sono cazzi nostri.
grazie, klara intanto.
love, mod
Maledione o benedizione non so...Avevo rimosso una cosa che oggi leggendoti è ritornata.
Solo una volta nella mia vita mi sono comportata da vigliacca. Non sono stata vicina abbastanza alla mia amica malata terminale.Soffrivo di attacchi di panico in quel periodo... sono andata a trovarla solo una volta,le telefonavo spesso, ma avevo paura di incontrare la morte in quel periodo.
Spero dovunque sia mi abbia perdonata. Non ce l'ho fatta a vivere altre sofferenze per interposta persona.
Cazzo, oggi è come se avessi fatto una seduta da uno psicanalista...mi è servita.
kameo) non trovo nulla di riprovevole nel voler restare lontano anche col pensiero dal concetto di "malattia" - insomma, nel mio caso specifico preferisco una come te, che resta lontana piùttosto, che qualcuno che mi fa capire anche da come respira che non mi regge.
nicole) grazie del contributo.
love, mod
Il link puoi anche toglierlo.
E puoi subito tornare a parlare di figa, è molto piu' interessante di me.
dona) tolgo il link. ed è anche vero che parlare di figa è molto più interessante di tante altre cose. ma avendo tu messo in ubblico la tua storia non puoi evitare che noi lettori ne restiamo colpiti e ne parliamo. sei una piccola parte nell'ingranaggio della rete - e mi sei finita dritta nell'occhio, cazzo.
love, mod
fammi capire per te e la tua gente "non è dignitoso esternare la sofferenza in pubblico"?
Parlo di quella relativa alla malattia o alla morte.
Non devi prendere come stile di vita quello che spesso e' solo un metodo di chi non ha altri mezzi per sopravvivere. Chi non ha queste necessita' impellenti di sopravvivenza difficilmente lo vedi esternare sofferenza, perche' nella cultura nostra diamo molta importanza al raggiungimento del "fine", a patto di non causare grave danno al prossimo.
Una volta un'amica del nord Italia mi disse che esiste un modo per indicare chi lo fa che lei chiamava "chiagni e fotti", cioe' piangere per fregare la gente. Ricordo che ne fui molto interessata perche' in qualche modo e' cio' che fanno i mendicanti - Rom o non Rom - e non credevo che fosse addirittura uno stile di vita proprio di certi italiani che di mendicare non ne avevano assolutamente bisogno.
purtroppo conosco solo i rom che chiedono la carità per strada - vedo le facce sofferenti delle donne che piangono e si lamentano perché non hanno di che sfamare i propri figli.
E' una cosa diversa che non andare in giro per internet o in ogni altro luogo pubblico per esplicare la propria sofferenza solo per esplicarla. Nel caso dei mendicanti, fake o non fake, esiste un problema contingente da risolvere, materiale e finalizzato alla soluzione, e non un problema di supporto psicologico in cui, come dice Gio', anche se ti lamenti all'infinito, nessuno fra la gente a cui lo proponi, a meno che non sia qualcuno con in mano gli strumenti giusti, potra' mai risolvere.
Difficile parlarne comunque con chi ha un'idea tutta specifica del mio popolo, legata allo stereotipo piu' diffuso dello straccione, come chi e' italiano suona il mandolino ed il tedesco agisce in modo rigido e marziale. Per capire cio' di cui parlo si dovrebbe conoscere anche l'altro lato della medaglia, e cioe' di un popolo che non e' fatto solo di mendicanti e straccioni, profughi dei conflitti balcanici degli anni novanta e non certo gli stanziali che da decenni ormai si sono integrati, almeno in quei paesi che hanno permesso loro di farlo.
I gitani d'Andalusia per esempio, oppure gli tzigani di Ungheria o della Repubblica Ceca, per non parlare dei Rusky Roma, fra i piu' emancipati che esistono.
oh klara) non metto in dubbi l'emancipazione del tuo popolo. ma l'argomento di questo post è "come gestire gli argomenti malattia e morte" - hai già risposto dicendo anche che ne facevi un post specifico tuo. mi sembra un'ottima idea.
love, mod
Mille di questi sogni...
Non è molto diverso che parlare di figa: lo stesso divieto apparente che riesce appena a velare un'ansioso desiderio di sapere, lo stesso rischio di cadere nell'osceno, le stesse emozioni forti che rischiano di estenuarsi come una corda troppo suonata.
E, da parte tua, la stessa capacità di rendere limpido ciò che tocchi, e di esprimere una forza che non so se tu abbia per te, ma che dai a chi ti legge. Forse proprio perché non chiedi e non offri compassione, ma uno sguardo che va fin dove deve andare.
In ogni caso la tipa ha cancellato tutti i post...
carlos) ...e cosi sia.
ipazia) mi fa bene leggere te stamane. ieri sono rimasta un po' cosi su deragliava il post anche se poi è giusto lasciar vorrere le cose. tante volte un commento rivela molto sulla persona che lo scrive e fa capire a chi lo ha scritto che poteva magari spiegarsi meglio.
klara) non è una tipa. si chiama donatella e sta male davvero - fino a prova contraria, klaro klara?! :)
love to all, especially to ipazia, mod
klaro klara?! :)
Karissimo.
Perdona se ho usato un termine improprio. E perdona se ho fatto deragliare il post. In effetti potevo spiegarmi meglio. Hai ragione. Buona giornata. :-)
Sulla morte non ci ragiono molto sopra, è un pensiero che accantono.
Il fatto è che vorrei tanto essere immortale, ma pare che ancora non si possa. Mi aspetta invece, secondo le mie credenze, il niente assoluto, il non-essere, un qualcosa di inimmaginabile. Questa è la natura delle cose, non si sfugge alla sua legge. Eppure continuo ad essere stupidamente titanico, e della natura e delle sue leggi penso di infischiarmene.
Così ancora non ho fatto pace con mio padre, con la sua malattia e la sua morte. Ho visto quell'uomo, che aveva condotto una vita così piena, ricca e bella, lentamente decadere. E non sono riusciuto ad accettare la fine di quell'uomo che per me, per un lungo tratto della mia vita, era stato una specie di gigante. Credo di averlo odiato. Per il suo cammino che si faceva stento: era il suo andare quietamente, lui che tanto aveva vissuto, verso la morte.
Davanti a chi so che presto morirà mi schermisco, perché sento la mia inadeguatezza. E provo un fortissimo sentimento di umano calore, e il desiderio di un lungo abbraccio, di un qualcosa, anche solo per un istante, di eterno.
Ps: è vero, ci si vergogna di più (almeno io) a scrivere di questo che non di figa. A proposito, magnifica la nuova foto del template. Ultimamente mi sembrava un po' sonnacchioso.
marò...klara) hai fatto la "pipì fora dal pitàl" come diséa la mi nona istriana (acquisita), cioé sei partita a razzo e fuori tema. e allora?! nobody is perfect. mi succede ogni giorno. :)buona giornata anche a te.
carlos) "...di qualcosa, anche solo per un istante, di eterno." ben detto. credo che ne abbiamo bisogno tutti. insomma, per ora nessuna soluzione per questa incasinata facenda che è la vita e la morte. ho guardato stamane l'intervento di saviano sulla facenda welby. in parte ha dato una risposta a mio avviso molto sensata: il non evitare, il parlarne come se si parlasse della spesa, dei figli, della spesa. non so...
template: il culetto nudo con gli occhiali che spuntano da sotto il braccio stamane mi hanno colpito come un fulmine: intelletto con sex-appeal. irrisistibile.
love to all, mod
Kudos a te Ipazia.
@ Chiara di Notte: sì, la tipa ha cancellato tutti i post, comprese le foto scattate in ospedale con un tubo ficcato in gola per la nutrizione artificiale, siccome i suoi problemi non sono abbastanza veri nè tantomeno concreti.
Rispetto la tua opinione, in un anno di blog mi sono sentita dire di tutto, il fake mi mancava ma accetto anche quello, di prove da esibire non ne ho piu' per dimostrarti il contrario.
E comunque non ho mai avuto intenzione di succhiare energia a nessuno.
Nella mia vita reale non riesco a parlare apertamente dei miei problemi, e quando ho scoperto una fitta rete di blog che raccontavano un dolore che era il mio mi sono sentita meno sola.
Che tristezza, eh?
Rifugiarsi su Internet in mancanza di altre alternative...
Ho scritto gli ultimi post in preda alla disperazione, senza pensare alla preoccupazione che avrei dato a chi leggeva, e per questo motivo merito di essere colpevolizzata, ma non sono un fake.
Donatella
dona) ...pensare che tu non sia reale o peggio che tu inventi tutto quanto è secondo me un altro modo per non doversi confrontare con la paura. questo è un lusso che tu e chiunque combatte un male non si può permettere. la tua risposta è forte e (per) chiara - e t'abbiamo sentita tutti cazzo.
love, mod
Vengo chiamata in causa. Volevo non polemizzare ed anche questa mia precisazione non ha lo scopo di creare diatriba, sono sincera, ma dato che vengono citate cose che io ritengo inesatte, credo sia giusto che, anche se vado OT rispetto all'argomento, dica la mia, per diritto di replica.
@ Dona Rispetto la tua opinione, in un anno di blog mi sono sentita dire di tutto, il fake mi mancava ma accetto anche quello, di prove da esibire non ne ho piu' per dimostrarti il contrario
In realta' la parola "fake" non e' stata introdotta da me. Io non ho fatto neppure in tempo a leggere il tuo blog che' quando sono andata a guardarlo era tutto sparito, per cui non posso aver detto che e' un fake. In ogni caso, quando ho risposto a Modesty, ho solo indicato l'esistenza di un fenomeno che forse in questo contesto non interessa a nessuno, ma che esiste e non e' sporadico. Per questo motivo, il comportamento che tengo solitamente verso un genere di blog molto "intimistico" e' il seguente e non mi pare una critica a te:
"Mi sono autoimposta di non considerare piu' questo genere di episodi sul web, perche' vivo costantemente a contatto con una realta' in cui certi problemi sono veri e concreti, e so che chi davvero soffre e non finge, non li esalta e non ne fa il topic principale della propria esistenza sul web."
Ma alla fine ho anche scritto: "Anche se alcuni casi possono essere sinceri".
Cioe' riconosco che alcuni casi possano essere sinceri, ma non avendo modo di valutarlo, m'impongo una condotta che serve a me, per la mia tranquillita' personale e per non disperdere le mie energie.
Mi e' forse vietato di avere una mia condotta che salvaguardi la mia tranquillita'? Sono forse obbligata a credere a chiunque? Devo sempre e comunque mettere in gioco la mia empatia, gia' strenuamente provata nella vita reale anche nel web?
Modesty dice che il suo metodo di valutazione e': "Una cosa e' vera fino a prova contraria".
Il mio metodo di valutazione e' un po' diverso e non lo descrivero' qui dettagliatamente (magari per chi e' in amicizia con Gio' puo' farselo spiegare da lui), ma non perche' valuto diversamente le cose mi devo sentire dalla parte sbagliata del campo.
Spero che tu non la prenda come qualcosa di personale. Il mondo dei blog e' un interscambio di idee e di emozioni, comprendo che siamo tutti/e diversi/e e che ciascuno ha le proprie motivazioni per starci, ma non vedo particolari motivi per concedere particolari forme di riguardo nei confronti di chi si dichiara con un handicap, poiche' qui, se tutti abbiamo una tastiera ed un cervello per dialogare, siamo tutti/e uguali, tutti/e sullo stesso piano e le persone vengono valutate sulla base di quanto scrivono e di come lo scrivono, e non su un loro stato di salute o su una loro condizione psicologica, che' la mia - dato che non mi conosci - potrebbe anche essere peggiore della tua.
Buona serata. :-)
@ Modesty: ...pensare che tu non sia reale o peggio che tu inventi tutto quanto è secondo me un altro modo per non doversi confrontare con la paura. questo è un lusso che tu e chiunque combatte un male non si può permettere. la tua risposta è forte e (per) chiara
Chiunque qui e' reale. Non ho mai asserito il contrario. Se mai potrebbe essere non reale la situazione che descrive, ma saranno fatti suoi.
Se pero' la vogliamo buttare ancora la questione su questo "fake non fake", allora posso dire che in percentuale, per quella che e' la mia esperienza personale, per ogni situazione appartenente al reale ne esistono 10 ma anche di piu' completamente inventate. Per questo motivo ho deciso di non pormi il problema.
Solo che diversamente da chi trova interesse nei blog troppo intimistici, io non ne trovo.
Per quanto il doversi confrontare con la paura, beh non ci ho mai pensato. Potrebbe anche essere come dici. Magari ci penso e poi ti so dire. Grazie per avermi dato uno spunto di riflessione.
Buona serata anche a te. :-)
Klara, sei una ragazza intelligente, non posso credere che tu non riesca a capire che i tuoi interventi in questo topic sono non solo off topic ma soprattutto gelidi fendenti.
Mi sembra impossibile che tu li abbia scritti, che tu abbia scritto in questo contesto che la gente cerca autocommiserazione, e che abbia aggiunto esplicitamente che preferisci essere cinica perfino con quelli 'veri' che disperdere forze. Per l'energie e tutto il resto basta il semplice silenzio (cosa che sai considero saggia) ma dirlo apertamente, ripeterlo, distillarlo con minuzia, in faccia a gente che non conosci, è crudele, non puoi non renderne conto.
Ti prego Klara, pensaci su un po' di tempo, pensa allo sbigottimento delle risposte che hai ricevuto, traducilo nel DOLORE personale che hai arrecato: perchè questo è sicuro.
Tu Klara hai fatto male a delle persone con le tue parole.
E poco importa 'è colpa loro, se la prendono troppo' perchè se uno sta male NON è in grado di scegliere oltre ad aver tutti i diritti di incazzarsi nel sentirsi dare del collezionista di pietà altrui, e non dire 'e allora non venire in internet', perchè vale la stessa risposta, nè 'eh, ma io ho detto X, Y e Z' perchè alla prova dei fatti quello che è passato è tutt'altro, e non puoi tu, che sei sveglia, non capire che era inevitabile.
Non sentirti messa in un angolo, isolata, insultata: se tu fossi una persona che non interessasse a nessuno, se IO non tenessi a TE, semplicemente ti avrei ignorato, o t'avrei mandato a quel paese.
Ma te lo devo dire perchè sei una mia amica, e mi piange il cuore.
Insomma: Klara, ma che hai detto?
Perchè?
Ti prego Klara dai, pensaci.
Ok? :-)
Gio
klara) ...più che altro mi ricordi il berlusca. anche lui viene sempre frainteso...
@ Gio: Klara, sei una ragazza intelligente, non posso credere che tu non riesca a capire che i tuoi interventi in questo topic sono non solo off topic ma soprattutto gelidi fendenti[...]
Insomma: Klara, ma che hai detto?
Perchè?
@ Gio’:
Mi pare che la questione non si riesca a chiudere. Forse e’ colpa mia. Anzi sicuramente lo e’. D’altronde, pero’, se mi si chiama continuamente in causa, che dovrei fare? Tacere?
E nel rispondere l’effetto che ottengo e’ quello di apparire oltremodo polemica. Se e’ cosi’ mi scuso.
In ogni caso, se questa che mi fai adesso non e’ una domanda retorica per la quale hai gia’ le risposte, Gio’, allora presumo che tu desideri da me un’altra risposta. In tal caso renditi conto che sei tu che mi costringi a proseguire con un discorso off topic.
Mi chiedi cosa ho scritto?
Ho scritto cio’ che pensavo e che adesso penso ancor piu’ convinta. Talvolta mi chiedo se questo sia un mondo in cui si preferisce la schiettezza e l’onesta’, per quanto possano essere dure, ad un ipocrita silenzio se non addirittura ad una risposta accondiscendente e di circostanza.
Comprendo di aver toccato un nervo scoperto, sarei sciocca se non me ne rendessi conto; mi sono trovata ad entrare in un tempio ed alla domanda se credo in quel dio ho risposto di no.
Blasfemia, perfidia o sincerita’?
Che tu ci creda o no,comunque, ho solo risposto con e parole che tenevo dentro. Per te questo rappresenta violenza? Mi spiace, e se un po’ mi conosci sai che in me non c’e’ malizia. Pero’ per me le violenze sono altre.
Esistono, soprattutto in questo mondo del web, persone veramente sofferenti ed esistono persone che sentono la sofferenza degli altri e soffrono per quella. Soffrono veramente e non solo a discorsi, poiche’ sarebbe troppo facile, dalla comoda sedia di casa propria, buttare li’ solidarieta’ e comprensione con le solite frasette del caso. Poi ci sono persone che non soffrono, ma che giocano con la sofferenza per dei motivi che con la sofferenza non hanno niente a che vedere.
Ho detto un’eresia? Ho insultato qualcuno? Non credevo di aver detto qualcosa di sconveniente e dato che fra l’altro sono anche tonta, non avevo ben compreso che qualcosa in tutto questo mio discorso non fosse gradito. Adesso lo capisco e chiudero’ qui.
Ed in ogni caso, credevo che te ne fossi reso conto, Gio’, io appartengo alla seconda categoria di persone.
@ Modesty: klara) ...più che altro mi ricordi il berlusca. anche lui viene sempre frainteso...
Si’, lo so, sono ridicolissima. Non so perche’ accada, e vengo fraintesa soprattutto quando dico cio’ che e’ vero, e che dovrebbe essere vero fino a prova contraria, cioe’ che mia cugina e’ la nipote di Mubarak ed io sono Nefertiti la regina del Nilo. :-)
Klara perDiana ...
La schiettezza è l'onestà di un discorso non sono 'dure' a confronto di realtà che sono terribili, e che durano prima, mentre e dopo che si legge-scrive-mangia-dorme.
Sono punture di zanzare.
Danno fastidio, distraggono, sorprendono, fanno incazzare.
Ricordo un tizio che parlava al telefono ad alta voce di notte in ospedale durante il mio ultimo ricovero.
E mi svegliava dal sonno tormentato e difficile.
No, non mi faceva piu' male per quello.
L'accademia lasciamola nelle aule, il dolore è sacro.
gio, più che altro klara mi sembra essere tutto quello che lei scrive di detestare e soprattutto sembra una bambinella che riesce ad attirare l'attenzione dei grandi - quando li fa incazzare cambia modus e tenta la carta del clown. insomma abile q.b. ma alla lunga risulta un po' un "pain in the ass", come direbbero gli americani.
nessuno denigra le tue verità, klaretta. nel momento giusto e col tono giusto le puoi dire tutte - quando sei ospite a casa mia.
oh. è il mio blog. l'argomento è chiuso.
loving mod
Peccato. Forse da un lato una manifesta, magari un po' jattante, diffidenza, tradotta in algida insensibilità. Dall'altro qualche ruvidezza, anche questa forse un po' eccessiva. Cicero pro domo Sua.
Peccato però, perché l'argomento era invece assai interessante. Non che da vero e proprio gaggio curioso non mi interessi il lungo cammino dei rom.
Senza baci.
E che se sbatti così di botto la porta, uno come me, una specie di bradipo, non fa in tempo a saltare fuori e ci rimane con le dita schiacciate.
Saluti
carlos) ...e io che ti facevo tanto bello, snello e più che altro intelligente. e mo' mi dici che sei un bradipo.
ma insomma! qualcun'altro che prova un irrefrenabile desiderio di rovinare la visione di un mondo perfetto della piccola mod?
ma porca paletta!
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