Modesty's Rules : don't call it love

24.1.10

don't call it love - don't call it at all

il succo della canzone è che quando perdi il tuo amore prima del tempo tutti gli amori che vengono dopo sono solo delle OMBRE, perchè quando perdi l'amore non lo sai più ritrovare....l'unica cosa che ognitanto ti riesce e sentire la voce dell'amato/a che ti benedice.

ora succede che il Doc mi manda il link di questo gruppo musicale. dice che se ne è innamorato. bè, anche io. ci innamoriamo sempre delle stesse cose. le sentiamo nella stessa maniera.

e cosi
amando le stesse cose
evitiamo
di essere
l'uno l'ombra dell'altra.

...and so
loving the same things
we avoid
to become
eachother's shadow.

8 commenti:

lillo ha detto...: :); 24 gennaio 2010 alle ore 19:24
Anonimo ha detto...: alla fine però il tempo fa si che anche quelle che erano ombre pian piano acquistino consistenza e corposità.. sbaglio?; 24 gennaio 2010 alle ore 20:10
bondearte ha detto...: Mod, è sempre per amore?
L'amore sempre afflitto le nostre vite, sei d'accordo?
Non si dispone di una cosa piu contagiant che l'amore per mostrare a noi?
Non pensate neppure di suggerire l'influenza suina! :))
Perché sto parlando di cose che danno piacere :))))
Bacione pepe
Caspita bella,,Io te voglio bene
Buona settimana; 25 gennaio 2010 alle ore 00:55
Milo ha detto...: Ciao Mod!
Ricordo quella sequenza di foto che raccontavano la tua vita...
Mi viene da pensare che tu abbia voluto (del tutto?) rinunciare alla componente maschile, all'interno della tua sfera erotica, per Fedeltà al tuo perduto Amore.
Non che quella femminile non ti sia mai garbata! Anzi! Questo è ovvio, sempre stata gradita!
Beh, un abbraccio!; 25 gennaio 2010 alle ore 13:44
Tom ha detto...: ...well, shadows are not the worst place to stay. at least you won't get ya' skin burned, right?

love anyway, you bitch; 25 gennaio 2010 alle ore 17:27
mod ha detto...: lil) sorridi perchè......puntointerrogativo

mal)...sbagli. una ombra per definizione non è ne corposa e neanche consistente.

bonde) :)))))) non ho capito niente. e poi: CHI E' "PEPE"???

milo) poni delle domande alle qiali una come me forse....ma solo forse...darebbe una risposta se fossimo seduti davanti a un bel mare a berci una birra esotica a canna....:)

Tom) you're not safe yet!; 26 gennaio 2010 alle ore 08:51
Gio ha detto...: Liza ... mi garba assai.; 26 gennaio 2010 alle ore 10:18
Pupottina ha detto...: è vero, l'amore ha questo potere... rende tutto il resto un niente e a volte non lo si dimentica mai...; 26 gennaio 2010 alle ore 11:52

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SIX PACK – di Gianni Miraglia - La prima cosa che penso del protagonista del libro è che è stronzo per davvero. Parla di figa senza capirne un cazzo. Parla di fighe quando intende persone. Essendo uno che non prova nulla (ovviamente non è vero...e lui vuole che, leggendo, me ne accorgo...ecchecazzo!) depersonalizza le donne in cui ci piazza il suo cazzo – suo orgoglio subito dopo gli addominali. Assomiglia un po’ a quello che mi dice uno che amo – dice “non posso fare sesso con chi amo”. Che stronzata! Ma poi a pagina 14 il tizio dice “ non riesci mai a capire quando una donna prova piacere” – ed ecco che m’ha catturata. Mi commuovo la prima volta – perché mi riconosco. Neanche io ci capisco un cazzo sul piacere. Questo ragazzo è puro. Innocente no. Perché nasce colpevole di consapevolezza, anche se io trovo che metà delle cose che dice sono stronzate e l’altra metà non la capisco. Ma allora perché mi viene il nodo alla bocca dello stomaco almeno una volta per pagina?! Forse perché non si atteggia, ma è semplicemente se stesso?! Non è un racconto inventato. Assomiglia più ad un diario. Autore e protagonista. La stessa cosa. Vorrei una notte buia con questo qui. Una sola. A parlare di Iggy. E di figa. Lo metterei in posa plastica contro lo stipite di una porta. Immobile. Gli direi “guarda bene. Ora ti faccio vedere. Che hai un cuore affamato. Gli farei un disegno a lama piatta - bellissimo sui suoi addominali quasi perfetti. Una riga sulla riga. Ecco. Parleremmo anche di dolore. Alle volte non è questione di figa. O di cazzo. O di scopata. O di sega. Alle volte è un atto d’amore!
BLACK SNAKE MOAN – La storia è che Samuel L. Jackson lega Cristina Ricci ad un termosifone, con una bella catena di acciaio pesante, per impedirle di uccidersi con la droga e il sesso. Lei è una ninfomane stordita, sporca e con la faccia pesta. Ovviamente Sam riesce a redimerla – ci riesce grazie al “Northern Mississippi Blues” suonato da avere un orgasmo ogni 2 miuti! I suoi partners in crime è gente del posto che suona questa musica da una vita... insomma è la musica a fare da vera protagonista. Guardatevi i pezzi che ho trovato su youTube. E poi parliamo del perché il blues insieme al gospel è la musica che più ti scopa le budella!!!
Lansdale - Ci sono degli autori dove le opinioni si dividono in due estremi. Lansdale è uno di loro. O lo ami o lo odi, ma di sicuro non ti lascia indifferente. Io lo amo moltissimo, perché è uno dei pochi autori che ti racconta le sue storie orribili con tanto del suo sangue del cuore. Lo si capisce leggendo VALZER DELL’ORRORE, una storia tipicamente Lansdale, dove una testa di cazzo coinvolge altre teste di cazzo per uscire da un casino del cazzo creato dall’idiozia dell’uomo. Muoiono come le mosche già all’inizio della storia e muoiono in maniera disgustosamente gustosa – ad ogni corpo straziato descritto si ha un sussulto come allo stadio quando c’è il gol. Sì, perché in qualche maniera meritano tutti di morire, chi per la propria stupidità e chi per la propria cattiveria. Il mio personaggio preferito è Arnold che picchia il fratello ritrovato dopo anni”perché era da fare” e perché fino alla fine è quello che sa cosa va fatto e agisce senza avere il minimo dubbio. Scena preferita è l’eruzione in una casa per recuperare del materiale video che potrebbe scagionare l’idiota Bill – ovviamente si accorgono solo quando sono dentro che la casa è quella sbagliata e che ci stanno due…insomma la scena m’ha fatta morir dal ridere. Grazie Joe! E grazie Music-Doc.
Ennio Morricone - Concerto di Santa Cecilia -Sono tre giorni che non ascolto altro che questo bellissimo disco. A tutto volume di giorno oppure in cuffia di notte quando mi assale il dolore. La mattina alle 6 con il primo caffè lo tengo cosi basso che il silenzio che regna in casa non ne viene minimamente disturbato. Morricone ti mangia il cuore, anche se non vuoi, anche se dici che no, per favore, non mi dare questa emozione proprio ora, non ne ho per nessuno e leggendo soltanto i titoli sulla scatola del cd mi viene la pelle d’oca e un sospetto di tante lacrime. Ma ovviamente non si resiste e lo si ascolta. La prima volta a tutto volume. Mio figlio tornando da scuola di solito mangia in camera sua guardando la tv – non è di compagnia in questo periodo. Ma con questa musica lui resta lì, con me, mangiando in silenzio e osservando me. Io mi commuovo e piango a tratti da quasi subito, lui resiste fino alla Ballata di Sacco e Vanzetti, poi anche lui cede all’emozione. “Mamma, io credevo che noi ragazzi non piangessimo per qualcosa di bello, ma solo per rabbia o tristezza” – ha 15 anni ed è sulla buona strada. Attimi preferiti? L’inizio di “H2s” – da sempre il pianoforte mi prende. “Ricordare è come un po’ morire – tu adesso lo sai – perché tutto ritorna anche se non vuoi – e scordare è più difficile…”e resto senza parole. Poi c’è tutto il western in blocco che è da brivido: “Il buono, il brutto e il cattivo”, “C’era una volta il west” e “Giù la testa” – canto a squarciagola le parti cantate a voce solista e quelle corali e dirigo la mia orchestra immaginaria. “Gabriel’s Oboe se l’è tenuto per quasi ultimo, e lo capisco bene. Ti da il colpo di grazia, perché ti ricordi immediatamente le immagini del film che era bellissimo.