2.9.10

sopravvivere ad auschwitz



una donna neozelandese decide assieme a suo padre e ai suoi figli di intraprendere un lungo viaggio in polonia. vuole far vedere ai figli quel che rimane del lager di auschwitz - e vuole portare il padre a compiere anche un viaggio nel tempo: lui è uno dei pochissimi sopravvissuti di auschwitz. la donna gira un documentario sulla visita della famiglia al campo di concentramento. e fin qui è tutto a posto, ogni regola fin qui è stata rispettata: il film mostra lo sgomento dei ragazzi, la commozione del vecchio padre e della figlia. ma la donna quando è lì, forse in un atto spontaneo, forse lo aveva in mente da prima, propone ai figli e il padre di danzare sulla musica di "I will survive". Intende questa danza come un atto liberatorio, come la prova di essere stati più forti del male, come festeggiamento della vita stessa.

in germania succede un "apriti cielo" collettivo. lo potete vedere anche dal numero di visualizzazioni e commenti che questo video ha ottenuto in pochissimo tempo e dai tanti articoli "pro" e "contro" che trovate ad esempio su "spiegel.online" ma non solo. c'è chi approva o si commuove e ovviamente c'è anche chi è indignato perchè sostiene che auschwitz è un luogo sacro e che il video è una profanazione delle tombe di millioni di innocenti uccisi.

scrivo questo post su ispirazione del "marziano" (prego klikkare su "marziano" o guardate anche il blogroll sulla destra dello schermo) che è ormai al secondo post sull'argomento. ha visitato il campo di dachau e condivide le sue impressioni, emozioni, pensieri e riflessioni con i suoi lettori. vi consiglio vivamente la lettura. questa volta non solo perchè è scritto bene, ma perchè l'argomento, a priscindere da come viene presentato merita SEMPRE un attimo di riflessione e dedizione.

mentre scrivo mi si accavallano mille frammenti di pensieri, ricordi, pezzi di film, melodie di mendelsohn, il viso di meryl streep quando interpreta il film la scelta di sophie ... oppure vanessa redgrave che recita in "playing for life", un film che racconta della orchestra delle ragazze di auschwitz (dovevano suonare ogni volta che arrivavano i treni e con la loro musica le ragazza accompagnavano quelli che finivano direttamente nel gas ....e il film "the reader"...la scena in tribunale dove si vedono la protagonista protesa in avanti e tesissima che racconta delle cose terrificanti commesse da lei come guardia di un campo di concentramento, mentre le sue co-imputate lavorano tranquillamente a maglia buttandole ognitanto un'occhiata di disprezzo.

e non riesco a mettere ordine in tutto questo caos mescolato a un dolore e senso di colpa che provo da sempre - mi assale e ne sono totalmente indifesa.

mi sono documentata molto bene sull'argomento. ho letto, sensa falsa modestia tutto quello che è stato scritto. e non mi do pace che nessuno, ne le vittime, ne i carnefici, ne scienziati o psichiatri/psicologia abbiano mai veramente saputo com'è che un essere umano è capace di commettere o sopportare tanto orrore.

ho una mia personalissima opinione su quel video documentario di cui sopra. credo che se mai lo si poteva fare meglio. credo anche che il vecchio padre, da sopravvissuto, abbia il diritto di fare tutto quello che desidera in quel luogo: piangere, stare in silenzio, cantare o danzare. perchè lui uscendo vivo da lì ha conquistato questo diritto - quelli che son venuti dopo, non saprei, ma mi è difficile sopportare la visione di una danza improvvisata e un pochino penosa in un luogo di cui ricordo per sempre il silenzio - nel posto dove una volta c'erano i forni crematori non si sente nemmeno il canto degli uccelli che lì non vengono mai.

        la donna con questo documentario ha probabilmente voluto testimoniare che senza il padre tutte quelle persone che ora lì ballano non ci sarebbero...infatti, nel film (c'è nella terza parte - sempre sul tubo) il padre dice "there was no use in being intelligent or strong. LUCK was the only way of surviving) - "non serviva a nulla essere intelligenti o forti. la FORTUNA era l'unico modo di sopravvivere)

love, mod

p.s. caro marziano, come vedi, anche in questo caso il senso di lecito e non-lecito, le sensazioni che proviamo sono cosi difficili da "collettivare" - ognuno reagisce secondo carattere, educazione, provvenienza, esperienza. non c'è soluzione. l'unica cosa che possimao fare è di continuare a parlarne, di far visita a questi luoghi, dare soldi per il loro mantenimento in buono stato. altro non so. love, mod

17 commenti:

ANTONELLA ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
ANTONELLA ha detto...

,, e non dimenticare. Mai. Bacio

ANTONELLA ha detto...

scusa mod, non so perchè ne sono venute tre . cancella pure, un errore del pc

Milo ha detto...

Giusto sbagliato? Se lo chiesero anche per un bel film come "La vita è bella".
Provocatorio? Forse.
Dipende dai punti di vista.
Purché se ne continui a parlare senza mai permettere che la verità dei fatti accaduti venga stravolta.
Ci saranno sempre persone insensibili, o solo magari un po' stupide e superficiali che non sapranno cogliere l' orrore e la sacralità di quei luoghi. Fa niente. L'importante è che si sappia e soprattutto che la verità non rischi mai di essere negata.
Forse gli stessi ragazzi che hanno mangiato patatine a Dachau, domani, memori di ciò che comunque hanno visto e saputo oggi, sapranno dire NO ad una futura persecuzione razziale. Perché il rischio c'è e ci sarà ancora nel futuro (spero solo in quello prossimo, dopo l'Umanità, se sopravviverà, dovrebbe riuscire ad affrancarsi dall'odio razziale).

Simona Ferlini ha detto...

Una futura persecuzione razziale? e quel che sta accadendo ai Rom cos'è? Certo, niente camere a gas (che nella logica delirante dei nazionalsocialisti era un modo "umanitario" per liberarsi di quelli che sporcavano la purezza e la normalità nazionale), e per fortuna ancora pochi che dicano apertamente "questi non hanno diritto di esistere". Ci si accontenta, per ora, di dire che possono esistere, sì, ma non qui.

Si facciano più in là, se ne vadano, abbiano distrutti dalle ruspe i luoghi dove si rifugiano: andarsene fa parte della loro cultura, no? Sono nomadi: ci godono, a viaggiare. E se ogni tanto gli si brucia una roulotte o un bambino, certo, questo non ha nulla a che fare con l'essere perennemente costretti a fuggire, e a ricostruirsi un riparo con povere cose: è questa loro ostinazione a viaggiare e a vivere nella sporcizia, non sai?

Futura?

Zio Scriba ha detto...

Credo che quel ballo possa avere due significati diversi, che provocano in me due opposte reazioni. Può essere uno scaracchio agli aguzzini e ai carnefici ("Non ce l'avete fatta a cancellarci tutti!"), e allora ci può stare, anche se magari la signora neozelandese, così accurata nell'organizzare la coreografia, avrebbe potuto scegliere una musica più discreta, più sommessa, più triste, meno "esultante", meno chiassosa e banale.
Ma può anche essere una sorta di rito-preghiera di ringraziamento, e allora, fatta proprio lì, mi fa abbastanza schifo, e mi fa tornare in mente la reazione inorridita di Primo Levi di fronte alla preghiera di Kuhn, un uomo che ringrazia Dio per non essere stato scelto per la camera a gas, sapendo benissimo che altri ci andranno al posto suo. "Se io fossi Dio, sputerei a terra la preghiera di Kuhn", dice giustamente sprezzante Primo Levi in Se questo è un uomo.
Ma non mi permetto, in questo caso, di giudicare nessuno, esprimo solo un timido parere su una cosa troppo più grande di me.

Simona Ferlini ha detto...

Hai colto nel segno, zio scriba, e mi hai detto dov'era il mio disagio. Essere sopravvissuti ad Auschwitz, avere avuto figli e nipoti, avere resistito a chi ti voleva cancellato, è una cosa da festeggiare. Eppure, non è una cosa da festeggiare - e ha ragione, come sempre, Primo Levi.

Ste ha detto...

La scelta di fare questo video e il "balletto" può essere condivisa o meno, ma la cosa più importante è che faccia discutere, faccia parlare di cosa è successo, succeder e potrà succedere. Da quando vivo a Milano mi incazzo con me stessa perché di fronte alle cose "brutte", alla povertà, ai problemi altrui troppo spesso abbasso lo sguardo e come me tanti altri. Si fa finta che non esistono, che le cose allegre siano meglio delle notizie di guerra, razzismo, etc. Ci stiamo maledettamente adattando. Quello che dovrebbe interessare non è il perché quel uomo e la sua famiglia ha fatto quel video, se è giusto o meno, ma cosa possiamo imparare da quello che ha vissuto lui.
Ste

Squilibrato ha detto...

Si, vabbè, ma perché insomma. E insonnia.

Il grande marziano ha detto...

Innanzitutto ti ringrazio, mod, della citazione, contento di averti dato lo spunto per questo interessante intervento. Non conoscevo questa storia, né il video.

L'ho visto e anch'io, come altri, sono stato colto da due sentimenti contrapposti: la commozione e il fastidio.

La commozione di vedere un sopravvissuto con sua figlia e i suoi nipoti lì, che possono fare una leva ideale al destino e agli aguzzini è stata fortissima.

Il fastidio è stato invece per la scelta della musica e dei balletti. Li capisco, ma li trovo troppo irriverenti.

Non sono del tutto sicuro che non ci sia da festeggiare o da essere grati a qualcuno, sia esso un dio o il destino. Del resto credo sia anche quasi una necessità (come nel caso di Kuhn, citato da Zio Scriba) per cercare di sgravarsi del senso di colpa di avercela fatta a discapito degli altri.

Senza contare che la giustificazione la dice il padre quando afferma che la fortuna era il solo modo di sopravvivere. E' come pescare il biglietto della lotteria giusto. Uno non è sopravvissuto "fregando" gli altri. Non è semplicemente stato scelto. Non ha avuto alcuna colpa, né merito.

Per questo un festeggiamento/ringraziamento non lo vedo fuori luogo, purché più misurato per rispettare la memoria di chi non ce l'ha fatta. Insomma è lo "stile" del video che non condivido, non lo "scopo".

Se avessero ballato un valzer su una musica di Strauss, credo che pochi avrebbero avuto da ridire.

perbacco ha detto...

A prescindere dal fatto di quanto sia inconcepibile ed assolutamente impossibile comprendere la ferocia e la motivazione servita agli uomini per creare e subire questo olocausto, concordo con qquanti di voi abbiano sensazioni positive e negative sul balletto del sopravissuto. Però, come ha detto lo Zio Scriba è cosa troppo grande di me, soprattutto e non solo perchè non l'ho vissuta e quindi non posso nemmeno lontanamente immaginare i pensieri che sono scorsi nella testa di chi c'è stato e FORTUNATAMENTE ne è uscito. Sono anche d'accordo con il marziano quando dice che se avessero ballato un valzer su una musica di Strauss ben pochi avrebbero avuto da ridire.
Ad ogni modo solo a parlarne ho già la bocca amara...
Merda!

A knitting bear ha detto...

Per quanto discutibile per la scelta di stile, trovo che il video del ballo ad Auschwitz sia meno ripugnante dell'indifferenza (di chi mangia le patatine nella sala delle torture) o dello scherno (di chi fa finta di tirarsi giù le mutande davanti al monumento ai morti di Dachau). La signora ha voluto esprimere qualcosa che ha provato, sentimenti che non posso capire, perchè io non ho nessun familiare sopravvissuto ai campi di concentramento e di sterminio. Quando mi ci sono trovata mi sono sentita oppressa, mi sembrava di sentire un eco del dolore provato lì e non potevo concepire il chiacchiericcio, figuriamoci le danze.

Sull'attualità delle persecuzioni razziali, basta vedere come vincono le elezioni i partiti di maggioranza in Italia grazie all'argomento immigrazione o andare a vedere le condizioni dei migranti respinti.

grazie per lo spunto di riflessione.

il monticiano ha detto...

Forse mai come questa volta non riesco a decidere "da quale parte stare".
Scusa mod capisco che a te le persone così non vanno a genio.

listener-mgneros ha detto...

non ballo bene, li poi non saprei mai ne ballare ne sorridere.


(Strauss se ricordo bene era uno dei musicisti adottati dal potere nazista, suo malgrado, ma innegabilmente non è certo più adatto della Disco 70)

mod ha detto...

non commento uno a uno. con questo argomento non mi sembra neanche tanto il caso. quel che volevo dire e far leggere è stato detto e mostrato. e poi ho la febbrona ma sono andata anche a pranzo - che scema.
ora son qua a miagolare...mi detesto quando faccio cosi!

dico solo al monticiano) al, non hai capito proprio: in questo caso nemmeno io "ho scelto". proprio perché scegliere non è ne richiesto, ne tanto meno possibile dopo la lettura del post e la visione del video.

ufffff...e visto che ci sono) cazzo di commento è, squilibrato?

love to all, mod

zorro ha detto...

io li ho girati tutti i kl, germania, austria, rep. ceca,polonia. non è visto uno, visti tutti, ogniuno ha una sua caratteristica, feroce. quando ne abbiamo parlato, ho visto un forte disagio. per fortuna esiste ancora qualcuno che ha questa sensazione. ora prevale o la rimozione o l'indifferenza e forse tra poco, l'emulazione. ho cercato tra quelle mura una risposta, ma non c'è una risposta. è così e basta. tengo a mente però quello che c'è scritto a treblinka e ne faccio tesoro nella mia vita : "chi non ricorda il passato, è condannato a riviverlo".e anche per questo è così e basta. baci z.

Baol ha detto...

Come diceva Primo Levi, esistono solo i sommersi e i salvati...